Monaci, pellegrini e cavalieri intenti a pregare in un luogo semioscuro, circondati da canti gregoriani, animali fantastici, figure demoniache ed angeliche, croci e strani simboli alle pareti. L’atmosfera mistica e misteriosa che, tra il X ed il XIII secolo, si respirava negli edifici di culto doveva essere più o meno questa. Siamo in pieno Medioevo e il periodo artistico, espresso soprattutto attraverso l’architettura sacra, è quello del Romanico. Ampiamente diffusa sul territorio italiano, l’arte romanica ha trovato rispondenza nella Bergamasca con varie definizioni architettoniche che non solo primeggiano in ambito regionale e nazionale, ma sono anche in grado di suscitare l’interesse di estimatori di ogni parte del mondo. Tra di esse spicca, per particolarità e unicità, la Rotonda di San Tomé di Almenno San Bartolomeo, a una manciata di chilometri da Bergamo. Immersa in un ambiente naturale e arroccata sul dirupo creato dal Tornago, il torrente che scorre a valle, San Tomè (o Ecclesiae Sanctae Tomei) appare immediatamente al visitatore come un edificio assolutamente non comune, grazie alla sua forma circolare a tre piani concentrici sovrapposti che si restringono dal basso verso l’alto. Tuttavia è l’osservazione dei dettagli a far comprendere