Nella storia più recente del servizio postale non mancano, purtroppo, numerosi esempi di “disguidi”: casi di mancate consegne, oppure avvenute con grandissimi ritardi, con buste e lettere rimaste dimenticate in qualche deposito anche per anni, decenni. Casi che fanno rimpiangere il passato, quando le cose andavano invece spesso decisamente meglio. O addirittura benissimo, come accadeva in un passato addirittura remoto, anzi remotissimo. Già, perché il “viaggio nel tempo” fino all'epoca in cui il servizio postale funzionava alla perfezione, al punto da affidarne ai suoi “inventori” il monopolio, sposta le lancette indietro di oltre 55 cinque secoli e mezzo abbondanti. Per la precisione (valore a quanto pare molto più importante all'epoca che oggi) fino al 1460 quando i responsabili delle Poste pontificie affidarono l'incarico di garantire il servizio postale a una famiglia il cui cognome sarebbe diventato famosissimo nel mondo: i Tasso. Una celebrità dovuta a due esponenti “letterati", Bernardo e, in particolare, suo figlio Torquato Tasso, autore della Gerusalemme Liberata; ma anche ad altri “parenti” capaci di realizzare nientemeno quella che può essere considerata una delle prime imprese multinazionali europee, dal momento che detenne, per secoli, il monopolio del servizio postale tra i territori asburgici e gli altri stati d’Europa. Componenti della famiglia originaria della Valle Brembana come i fratelli Francesco e Janetto Tasso, che riuscirono a ottenere da Massimiliano I d'Asburgo i primi appalti per comunicazioni postali nel Tirolo, incarichi poi confermati e ufficializzati nei primi anni del Cinquecento dal figlio Filippo, detto il Bello, e dal nipote, il futuro imperatore Carlo V, con una serie di trattati postali. O come i nipoti, Giovan Battista, Simone, Maffeo e Davide, che subentrarono agli zii nella gestione delle linee postali imperiali e le riorganizzarono talmente bene a Milano e Venezia, in Germania e Spagna, da essere ricordati come i “quattro grandi”. Un viaggio nel tempo e nella storia delle poste che oggi rivive nelle sale del "Museo dei Tasso e della Storia Postale" di Camerata Cornello, inaugurato nel 1991 nel minuscolo borgo medievale luogo d’origine della famiglia Tasso. Un museo articolato in sei spazi espositivi, ognuno dei quali sviluppa e approfondisce la storia della posta e la storia della famiglia Tasso attraverso numerosi documenti legati alla gestione dei servizi postali e, in generale, alla storia della trasmissione delle informazioni. Compresa una lettera del 1840 affrancata con il primo francobollo emesso al mondo, il famoso Penny Black. Una lettera all'epoca spedita e puntualmente arrivata a destinazione (e custodita in modo da poter oggi "testimoniare" il passato) così come le moltissime affidate nei secoli agli esponenti della famiglia di origine bergamasca diventati i “signori” della posta capaci di curare, per la Compagnia dei corrieri della Serenissima, i collegamenti sulle linee Venezia-Milano e Venezia-Roma e di creare, come “mastri generali delle Poste imperiali”, una fitta rete di collegamenti tra centinaia di città europee, fino a diventare nel 1600, con il ramo tedesco della famiglia, con il nome di Thurn und Taxis, principi. E capaci addirittura di emettere, nel 1852, i primi francobolli tassiani messi in vendita in addirittura più di 400 uffici di posta gestiti dalla famiglia. Il museo di Cornello dei Tasso, borgo di Camerata Cornello raggiungibile solo a piedi, è aperto tutto l’anno da mercoledì a domenica, nei seguenti orari: dal 1 marzo al 31 ottobre, dalle 10 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18: dal 1 novembre al 28/29 febbraio dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 17 con ingresso gratuito. Contatti: www.museodeitasso.com; info@museodeitasso.com; 0345 43479.

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