Ci sono oggetti nella nostra quotidianità talmente indispensabili da indurci a dare per scontata la loro esistenza. Impossibile immaginare di vivere oggi senza una lavatrice, un fornello o un frigorifero. Non riusciremmo nemmeno lontanamente a immaginare di doverci recare al corso d’acqua più vicino per lavare la biancheria, di attendere in coda per cuocere il pane che abbiamo pazientemente impastato e fatto lievitare per ore o di dover mettere molte vivande sotto sale o sott’aceto per poterle conservare. A testimonianza di un passato nemmeno troppo lontano, antichi lavatoi, forni e ghiacciaie possono solo farci immaginare vite molto diverse dalle nostre, epoche in cui il tempo scorreva molto più lentamente ed era scandito dai ritmi dettati dalla natura. Assodato che la diffusione degli elettrodomestici nelle case degli italiani rappresentò una vera e propria rivoluzione che consentì l’accesso da parte di una fetta sempre crescente della popolazione a quella sfera del tempo libero prima di allora del tutto sconosciuta ai più, fu il frigorifero a segnare il passo più importante. Oggi è l’antica ghiacciaia, ma in passato era la “nevera” Se per tutti, pur con mille difficoltà, era possibile lavare indumenti o accedere a forni comuni, le ghiacciaie e le “nevere” erano appannaggio di pochi, soprattutto nobili e commercianti di “…neve”. I contratti dicevano se era neve mangiabile o “da bicchiere” Quello della neve era un commercio difficile e molto delicato che veniva regolato da scrupolosi contratti stilati, in tutto l’Ottocento, rigorosamente su carta bollata. In essi venivano stabiliti: la qualità della neve, l’approvvigionamento […]
Strozza, l’antenato del frigorifero abita qui