“Da grande voglio fare il boscaiolo”: un titolo provocatorio (volutamente, per sottolineare una volta di più, e “prima che sia troppo tardi”, che per i giovani non può e non deve esistere un futuro solo tecnologico, magari da influencer, tra telefonini e computer con i quali guidare i clienti all’acquisto di abiti e accessori e magari anche del tipo di pane più “trendy”, ma con il rischio che un domani trovare un panificio aperto diventi un’impresa, per non parlare di un idraulico, un elettricista o un falegname) quello scelto dagli organizzatori del convegno sul futuro della montagna andato in scena nella sede di Confcommercio Bergamo. Un dibattito sul futuro in alta quota, fra borghi spopolati e “aiuti” mai arrivati a un territorio considerato di “serie B”, che ha visto sedersi al tavolo relatori pronti a ribadire “l’assoluta necessità di contrastare lo spopolamento creando nuove opportunità di lavoro” non solo per non avere “borghi fantasma”, ma anche per “curare” il territorio ed evitare che poi, in caso di “bombe d’acqua “ sempre più frequenti, tronchi e arbusti non vengano trascinati a valle dai torrenti e fiumi in piena creando esondazioni, alluvioni. Nuove figure professionali come, appunto, il boscaiolo: esattamente il lavoro scelto da quello che, ospite in videocollegamento dell’evento organizzato da Confcommercio e Scuderia Fulvio Norelli, è subito diventato il “testimonial” perfetto. Già, perché lui, Cesare Persico,23 anni di Somendenna, frazione di Zogno, nella vita ha deciso di fare proprio il taglialegna, trascorrendo le sue giornate nei boschi a procurarsi la materia prima da […]
Cesare, 23 anni: l’influencer? Meglio il taglialegna