Cesare, 23 anni: l’influencer? Meglio il taglialegna

“Da grande voglio fare il boscaiolo”: un titolo provocatorio  (volutamente, per sottolineare una volta di più, e “prima che sia troppo tardi”, che per i giovani non può e non deve esistere un futuro solo tecnologico, magari da influencer, tra telefonini e computer con i quali guidare i clienti all’acquisto di abiti e accessori e magari anche  del tipo di pane più “trendy”, ma con il rischio che un domani trovare un panificio aperto diventi un'impresa, per non parlare di un idraulico, un elettricista o un falegname) quello scelto dagli organizzatori del convegno sul futuro della montagna andato in scena nella sede di Confcommercio Bergamo. Un dibattito sul futuro in alta quota, fra borghi spopolati e “aiuti” mai arrivati a un territorio considerato di “serie B”, che ha visto sedersi al tavolo relatori pronti a ribadire “l’assoluta necessità di contrastare lo spopolamento creando nuove opportunità di lavoro” non solo per non avere “borghi fantasma”, ma anche per “curare” il territorio ed evitare che poi, in caso di “bombe d'acqua “ sempre più frequenti, tronchi e arbusti non vengano trascinati a valle dai torrenti e fiumi in piena creando esondazioni, alluvioni. Nuove figure professionali come, appunto, il boscaiolo: esattamente il lavoro scelto da quello che, ospite in videocollegamento dell’evento organizzato da Confcommercio e Scuderia Fulvio Norelli, è subito diventato il “testimonial” perfetto. Già, perché lui, Cesare Persico,23 anni di Somendenna, frazione di Zogno, nella vita ha deciso di fare proprio il taglialegna, trascorrendo le sue giornate nei boschi a procurarsi la materia prima da vendere (insieme con il fieno). Senza essersi mai pentito della scelta fatta come ha raccontato, collegato dai boschi dove stava lavorando, ai relatori (Anna Giorgi, docente di Unimont, Università della Montagna, di Edolo; Oscar Fusini, direttore di Confcommercio; Alessio Agliardi, della Federazione nazionale della Proprietà Fondiaria; Sergio Maffi ci Condiretti Bergamo; Gianfranco Moretti, d Euroconsulting e Claudia Ratti, presidentessa di Aribi) e alla platea, con in prima fila Lara Magoni, parlamentare europea, e Jonathan Lobati, consigliere regionale.“Non cambierei mestiere per nessuna ragione”, ha spiegato Cesare Panseri, raccontando divertito di usare il telefonino ma “quasi sempre per fotografare le piante da tagliare”, e il computer, “per vederemotoseghe e altri attrezzi da lavoro da acquistare”. Ma davvero non farebbe mai cambio con un famoso influencer, stile Chiara Ferragni ? “Lo stile di vita mai, con lei scambierei però volentierissimo il conto in banca”. Che per un taglialegna non ha certo il colore verde dei boschi…. “Certo se questo lavoro venisse retribuito meglio aiuterebbe a riavvicinare qualche giovane a questa professione oggi più importante che mai visto lo stato disastroso in cui si trova il territorio in quota. E poi qualcuno si domanda stupito perché  avvengono le esondazioni, gli allagamenti… “. Attimo di pausa: il ragazzo che da grande ha deciso di fare il boscaiolo ha avuto un ripensamento. A fare l’influencer potrebbe invece pensarci: “ma solo per mostrare ai giovani quanto può essere bello e importante lavorare nella natura, in montagna, per difendere il territorio. E se poi servisse a vendere un po’ più legna e fieno, meglio ancora….”

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