Ci sono botteghe artigiane la cui storia è così bella, particolare, che meriterebbe non solo d’essere scritta, ma d’essere messa in cornice. Accade per la storia di “Cornici d’arte”, bottega che Luigi Ghilardi, per tutti Gigi, ha gestito dal 1972. affiancato dalla moglie Angela Spreafico, prima in via Fratelli Bronzetti e poi in Borgo Santa Caterina prima del nuovo trasloco, per avere più spazio, nella vicinissima via Guglielmo Longo, passando il testimone al figlio Simone che nella bottega di famiglia ci è nato. Una bottega specialissima, in cui tutto(dai gesti dei titolari chinati sul bancone da lavoro alle liste di legni pregiati appoggiati alle pareti, fino alle alle cornici, alcune delle quali preziosissimi oggetti da collezione appese alle pareti “vuote” per esaltarne la bellezza) fa venire in mente un’affermazione dello scrittore e giornalista inglese Gilbert Keith Chesterton, il creatore del personaggio di padre Brown, sacerdote-investigatore protagonista di decine di gialli: “La parte più bella di ogni dipinto è la cornice”.
Così il laboratorio è diventato un vero e proprio luogo di ritrovo per chi ama la cultura e l’arte
Una bottega che per decenni non ha rappresentato solo l’approdo per appassionati d’arte alla ricerca di una nuova cornice per un quadro (ma non solo) da appendere in casa o in ufficio, o per artisti desiderosi di “vestire” la loro ultima opera, ma un vero e proprio luogo di ritrovo per chi ama la cultura e l’arte, per scambiare quattro chiacchiere con il titolare, con sua moglie, con il figlio, capace quest’ultimo, come ha affermato un cliente, di “appassionarsi a questo antico mestiere guardando al passato, in un’era in cui la maggior parte dei suoi coetanei sembrava incapace di vedere il futuro se non attraverso lo schermo di un telefonino, contribuendo a tenere viva un’arte e una tradizione uniche”. Quelle, appunto, delle cornici che nella bottega di via Longo è possibile trovare in ogni possibile declinazione: a partire dai legni per arrivare alle forme, alle misure.
Ci sono perfino le cornici per le opere “non piatte” e per i tappeti
Costruite per ogni esigenza, comprese quelle più “strane” (per esempio per incorniciare opere non “piatte” come le tele, ma tridimensionali). “Perché oltre alla clientela più”classica” che si presenta con la tela da poco acquistata che ormai la stragrande maggioranza degli artisti vende “nuda”, esistono altri clienti pronti a fare le richieste più diverse”, spiega Simone Ghilardi. “ Da chi vuole mettere in cornice la collezione di medaglie dei nonni, a chi vuole avere sempre a portata di sguardo, appesa al muro, la maglia del “Papu” Gomez; fino a chi chiede di mettere in cornice tappeti di grandissime dimensioni….”. Richieste provenienti da privati alle quali si assommano quelle che arrivano da musei, gallerie d’arte, chiese. Per eventi spesso indimenticabili per i visitatori, di certo impossibili da scordare per chi, come Gigi e Simone Ghilardi, ha dovuto montarle.
Il loro “capolavoro”? La montatura della mostra di Giacomo Quarenghi al palazzo della Ragione
Un esempio? “La montatura con pass per la mostra di Giacomo Quarenghi al Palazzo della Ragione, senza poter portare le opere in laboratorio. Con la preparazione di giorno e il montaggio la sera e perfino la notte, sempre sotto l’occhio scrutatore dei sovrintendenti russi la cui parola più ricorrente era “niet, niet”. Un lavoro che ci ha dato un’enorme soddisfazione ma che fatica….”. Una soddisfazione incredibile (così come quella provata montando la cornice di un prezioso Cabreo) che Gigi Ghilardi ha avuto modo di provare anche “lontano” dalla propria bottega, nel suo girovagare per anni per tutta Italia fra mercatini e antiche botteghe alla ricerca di antiche cornici.
Nei mercatini sono state scovate antiche cornici così preziose da essere appese vuote
In alcuni casi pezzi pregiatissimi, per veri intenditori, del valore di migliaia di euro “da appendere in casa senza alcuna tela, perché sono loro la vera opera d’arte. Un facoltoso cliente ha un’intera parete di un salone di casa adornata da cornici vuote”. “Cornici che realizzare oggi costerebbe un capitale”, sottolinea Simone Ghilardi, rimasto affascinato fin da ragazzo dalle “foglie di cavolo” e dagli “angioletti”, o ancora dal colore rossastro del bolo che fa capolino sul legno delle cornici sotto l’oro delle foglie usate per dorare le cornici…”. Lavori realizzati dai migliori “artisti” delle cornici, dai quali Gigi Ghilardi ha ereditato i segreti trasmettendoli poi a Simone. Sotto l’occhio vigile della moglie Angela, alla quale è sempre spettato l’ultimo “controllo” sulla qualità di ogni lavoro realizzato e pronto per essere consegnato al cliente. Cliente che, in molti casi, è diventato un amico, con il quale chiacchierare della giusta cornice da abbinare non solo in base all’abbinamento dei colori, oppure delle botteghe sparse in tutta Italia, in particolare in Toscana, dove acquistare i migliori legni, o ancora delle ultime opere di qualche bravissimo artista cliente. Ma anche di tanti altri argomenti, non per forza legati alla pittura, all’arte.
Trento Longaretti si accomodava su una sedia per “studiare” l’arte della cornice
Come è capitato per tantissimi anni con l’amico-cliente Trento Longaretti, che chiedeva con gentilezza di potersi accomodare su una sedia per guardare un po’, con calma, le cornici. Seduto su una sedia sempre a disposizione degli ospiti, a testimonianza che quella bottega non è solo un laboratorio artigianale o un negozio, ma un luogo d’incontro, Come quegli antichi locali, bar, osterie trattorie e ristoranti, usati dagli artisti per darsi appuntamento. Per scambiarsi informazioni e conoscenze. Perché ogni volta c’è qualcosa da imparare”, come ha sempre amato dire Gigi Ghilardi, diventato, in decenni di frequentazione con decine di artisti, un profondo conoscitore della pittura. E un affidabile “consigliere” in materia di acquisti. Di tele, oltre che, ovviamente, di cornici…