Tutto parte da un teatro. Siamo nel primo Dopoguerra, le nazioni di mezzo mondo si preparano per incrociare nuovamente le armi alla ricerca di una gloriosa quanto inutile supremazia spinte da movimenti politici autoritari, mentre la cultura si sforza di trovare la sua capacità di espressione. Mancano, magari, i presupposti sociopolitici, ma non gli spazi. È in questo periodo che Bergamo festeggia la nascita di un nuovo teatro, inaugurato il 24 dicembre 1927 con La figlia di Iorio, di Gabriele D’Annunzio e intitolato a Eleonora Duse, l’attrice simbolo del teatro moderno che di D’Annunzio era stata compagna in una tribolata storia d’amore. Anche la vita del teatro è intensa, ma, come la passionale e tormentata avventura fra il Vate e la Divina, non lunga. Nel 1968 il teatro intitolato alla divina Eleonora fu demolito Nel 1968, dopo aver ospitato La signora è da buttare, con Franca Rame e Dario Fo, la struttura viene demolita. Al suo posto, nella rotonda dei Mille, viene realizzato, due anni dopo, quell’avveniristico edificio dalle ampie superfici vetrate che, ancora adesso, ospita il più romantico ricordo di quel teatro: il Bar Duse. Legato dal filo invisibile dei ricordi allo storico Caffé del teatro Duse, che ha aperto i battenti nel 1938, questo locale è a lungo stato il luogo preferito delle coppie di innamorati. Ai suoi tavolini sono nati amori ma anche rapporti d’affari Seduti ai suoi tavolini, fra un cappuccino fumante e brioche croccanti, si sono avvicinati, lasciati o riappacificati innamorati di ogni età. Al […]
Duse, quando il bar dà spettacolo