Tutus in silvis, ovvero, tradotto dal latino, sicuro nelle selve. È questo il motto della Valle di Scalve e ci fa capire il valore che aveva il bosco per gli scalvini nei secoli passati, Il bosco era la “ricchezza” della Valle di Scalve, le foreste scalvine davano legname da costruzione, legna da ardere e soprattutto il carbone per fondere il minerale (siderite) estratto dalle miniere locali. Per far riscoprire l'importanza (oltre che la bellezza) del bosco, a rispettarlo e tutelarlo, è sorto l’Arboreto alpino Gleno di Vilminore di Scalve, un’area privata sulla quale sono state piantumate le principali specie arboree della Valle di Scalve. Un centinaio di piante (dai i rododendri agli abeti, agli ontani e ai faggi, agli aceri, alle rose selvatiche e a tutte le altre specie che coprono i boschi della valle dai 600 ai 1800 metri di quota) nate e cresciute grazie all'impegno di Pier Giorgio Capitanio e di Manfredo Bendotti nel nuovo spazio espositivo che ospita le schede descrittive di ogni specie botanica. Un “museo naturale vivente” aperto da maggio a ottobre ai visitatori (in particolare alle scolaresche) che possono richiedere una visita guidata ed essere così accompagnati da personale che ha conseguito una qualifica a livello regionale di operatore di animazione didattica. L'area dispone di una zona barbeque e picnic per consumare il pranzo al sacco in un luogo accogliente e rilassante, di un chiosco bar e tavola fredda dove degustare i salumi e i formaggi della Valle di Scalve, ma anche di un'area attrezzata per la produzione del carbone da legna secondo tradizione e offre , oltre a campioni e schede tecniche delle specie legnose autoctone della Valle di Scalve, una serie di pannelli espositivi sulla diga del Gleno. Per informazioni e prenotazioni: Piergiorgio Capitanio tel:3296207960web: www.gleno.it mail: info@gleno.it