Se un paese fa parte del circuito de I Borghi più belli d’Italia ed è Bandiera arancione del Touring Club Italiano un motivo ci sarà. In realtà, i motivi sono più di uno ed è dovere del curioso, turista o no, cercare di conoscerli. Stiamo parlando di Gromo, un piccolo borgo abbarbicato su un grumo (ecco da dove deriva il nome) di roccia che si eleva sul corso del fiume Serio. Una specie di enorme masso che sembra sbarrare la valle, proteso e protetto dai massicci del monte Redorta a nord e del monte Secco a sud. Il gromo è posto in posizione cruciale: sorge sulla confluenza del vorticoso torrente Goglio con il fiume Serio, risultando protetto su due lati, ed è punto di diramazione di due antichi percorsi transalpini verso il passo Portula e il passo d’Aviasco. Ora sono solo suggestive passeggiate, ma in passato sono stati importanti vie di comunicazione. Famoso nell’antichità per le sue miniere di ferro e di argento e per le sue fabbriche di armi bianche, Gromo mantiene nella parte alta dell’abitato il compatto tessuto medievale, con case in grossi blocchi di pietra aperte da logge e balconate, ed è un interessante e conservato esempio di borgata montana fortificata. Il centro storico conserva monumenti ragguardevoli come l’antico castello Ginami, del XIII secolo, la chiesetta di San Gregorio, che custodisce una bella pala del 1600 di Enea Salmeggia, e numerose case nobiliari risalenti al XV e XVI secolo. Meritano una visita anche la chiesa parrocchiale, dedicata ai […]
Gromo, la montagna fortificata riporta al Medioevo