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Eremo di San Patrizio, un pozzo di spiritualità

Eremo di San Patrizio, un pozzo di spiritualità

Impossibile sapere se il nome sia stato scelto perché anche qui sarebbe trovato un pozzo di San Patrizio che scendeva fino a lambire le acque del fiume Serio. Di certo anche dall’eremo di San Patrizio, edificio simile a una fortezza a picco sul fiume, le cui mura massicce sembrano un tutt’uno con lo sperone di roccia sul quale è aggrappato alle pendici del monte Cavlera, a Colzate, all’imbocco della valle Seriana, è possibile “pescare” (esattamente come dal celebre pozzo senza fondo da cui secondo la leggenda si aprivano le porte del Purgatorio) insieme a spiritualità e misticismo,  storie fantastiche.

Bastonimania, mostra l’epoca doro del passeggio

Bastonimania, mostra l’epoca doro del passeggio

Chi mai potrebbe immaginare Charlot senza il suo bastone? E zio Paperone minacciare nei momenti d’ira Paperino o Paperoga, Rockerduck e la Banda Bassotti senza la sua “bacchetta”? E, ancora, qualcuno ha mai visto un pastore condurre il proprio gregge senza questo preziosissimo sim bolo del comando che, in versioni decisamente più preziose, il faraone Tutankhamon volle portare con sé, nell’aldilà, addirittura in 132 esemplari? Utilizzato per manifestare il proprio potere, ma anche per difendersi o, semplicemente, per sostenersi nei momenti di difficoltà, il bastone ha attraversato i millenni, trasformandosi in uno status symbol. Diventando addirittura, nel 1600, l’oggetto di un irrefrenabile desiderio per migliaia di persone e scrivendo straordinarie pagine nella storia del costume e della moda, accessorio per differenziarsi dagli altri. Per poi diventare, come spessissimo accade per ciò che scompare dall’uso comune dopo un lungo periodo di splendore, oggetti da collezione, esemplari da scovare nelle botteghe dei rigattieri o nelle soffitte polverose. Oggetti capaci di far viaggiare nel tempo come quelli, oltre cento, in mostra fino al 3 novembre nelle sale espositive del Filandone di Martinengo, teatro della la speciale mostra: “Bastonimania. L’epoca d’oro dei bastoni da passeggio” con esposizione non solo di bellissimi esemplari, rigorosamente autentici e risalenti al periodo che va dalla fine del Seicento a metà del secolo scorso, ma anche abiti e accessori originali dell’Ottocento. Una mostra curata dai responsabili dell’associazione Pro Loco Martinengo Aps e dell’associazione Mondobastone capace di guidare i visitatori “alla scoperta di quest’accessorio  capace di combinare moda, eleganza ed […]

Santicoli, il punto di vista rende unica la foto

Santicoli, il punto di vista rende unica la foto

“Per affrontare il destino bisogna osservare le cose da un’altra prospettiva.” Difficile visitare la mostra fotografica di Andrea Federico Santicoli allestita alla Galleria Ceribelli di Bergamo, in via San Tomaso, uno dei luoghi “cult” per chi ama l’arte in ogni sua espressione,  e non pensare alla frase della scrittrice umbro-genovese Silvia Zancheddu. Già, perché ogni scatto sembra riflettere un’altra prospettiva, un altro punto di vista sui panorami circostanti, e perché la storia di Andrea Federico Santicoli racconta di un destino particolare, che in seguito a un incidente in moto l’ha costretto su una sedia a rotelle. Seduto sulla quale ha saputo cogliere immagini bellissime che Arialdo Ceribelli non ha esitato un solo istante a trasformare in una mostra che non poteva che avere un solo titolo: Punto di vista. “Un titolo che si riferisce all’insolita prospettiva da cui Andrea guarda il mondo: la sedia a rotelle”, come scrive Marta, figlia di Arialdo che con la madre Antonella collabora alla gestione della galleria e degli eventi, riassumendo la “carriera” da fotografo di Andrea Federico Santicoli. Carriera recentissima (solo nel 2020 ha acquistato la sua prima macchina fotografica facendo i primi scatti a colori, ben presto “convertiti” in bianco e nero, iniziando a girare il mondo con l’inseparabile Leica M Monochrom, cercando di cogliere ogni volta, in ogni soggetto “l’attimo fuggente” che solo in pochi sanno vedere, immortalando – e rendendoli letteralmente immortali – persone, innanzitutto, ma anche montagne e laghi, perfino portoni o muri) ma già “importante” come testimoniano gli scatti […]

Basilica di Gandino, l’ “altra” Santa Maria Maggiore

Basilica di Gandino, l’ “altra” Santa Maria Maggiore

“Chi non viene a Gandino è un cretino… “. Orietta Pinetti, docente universitaria bergamasca, non ha esitato a utilizzare le parole, come sempre provocatorie, di Vittorio Sgarbi per introdurre il proprio articolo pubblicato sul periodico VAL Seriana dedicato alla Basilica di Santa Maria Assunta in Gandino. Un’affermazione (fin troppo edulcorata, se paragonata ad altre esternazioni fatta dal critico d’arte e nell’occasione “esternata” prendendosela con se stesso), che Vittorio Sgarbi ha fatto in occasione della sua visita alla monumentale chiesa nel 2016, per sottolinearne l’incredibile bellezza capace, ha affermato il celebre critico “di sorprendere perfino uno come me che ha visto tutto…”. Una sorpresa che del resto hanno provato anche moltissime altre persone, a volte capitate per caso in questo angolo di valle, entrate a visitare la basilica e rimaste letteralmente sbalordite da quello che, ha scritto Orietta Pinessi sul “Val” come tutti chiamano familiarmente la rivista editata da Promoserio, “uno dei monumenti più significativi non solo di Bergamo, ma della Lombardia”. Una Basilica tanto imponente costruita nel 1200, riedificata agli inizi del 1400 e “rifatta una terza volta fra il 1623 e il 1640 con la costruzione della stupefacente cupola centrale (e annunciata a distanza dal campanile alto 74 metri con la cupola mitteleuropea a cipolla, e una cuspide rivestita in rame nel 1677 da operai di Bolzano e Merano alta 13 metri) quanto ricca di tesori, in gran parte dono della famiglia Giovanelli, mercanti di lana originari proprio di Gandino tanto ricchi quanto generosi da finanziare la realizzazione dell’altare […]

Gleno, la diga spazzata via dall’acqua dà i brividi

Gleno, la diga spazzata via dall’acqua dà i brividi

  Camminare in mezzo alla natura, ma anche in mezzo alla storia, spesso terribile e spietata che la montagna può regalare. Se volete provarci potete scegliere una escursione tutt’altro che impegnativa lungo i sentieri della Val di Scalve con partenza dalla frazione di Pianezza (Vilminore di Scalve),  a 1267 metri di altitudine, e arrivo ai resti della tristemente famosa diga del Gleno (1534 metri di altitudine), crollata il primo dicembre del 1923. Un’escursione di meno di due ore totali lungo il sentiero 411, in grado di regalare il piacere del relax assicurato dalla natura incontaminata e le emozioni forti legate ai resti dell’imponente opera distrutta dalla potenza delle acque. La diga sventrata che si può osservare dal sentiero trasmette perfettamente ai visitatori la portata della forza distruttrice dell’enorme massa d’acqua e fango che, nel dicembre del 1923, ha rotto gli argini artificiali per scaraventarsi fino al Lago d’Iseo distruggendo tutto ciò che si trovava davanti. I morti ufficiali sono stati 360, ma in realtà il numero è ben più alto. Camminando nei boschi che hanno subito l’ingiuria di quella incredibile massa d’acqua lanciata a folle velocità, è ancora possibile trovare i segni della tragedia. Tornando all’escursione e ai giorni nostri, i più allenati possono anche allungare la camminata prendendo il sentiero numero 410 e arrivando, dopo aver percorso il fondovalle, fino al Passo di Belviso posto a 2518 metri di altitudine, che mette in comunicazione la Val Gleno con il versante valtellinese delle Orobie. (Foto Rosanna)

Valtorta, dal mulino “macinate” chilometri

Valtorta, dal mulino “macinate” chilometri

L’antico mulino ad acqua, perfettamente conservato, con la grande pala in ferro che sporge dalla parete, visibilissima dalla piazzetta sottostante dalla quale i turisti di fermano per scattare la fotografia, cercando di immortalare sia l’edificio sia l’acqua che scende saltando dalle terrazze a fianco, è uno di quegli angoli incantati e senza tempo che ognuno vorrebbe scoprire visitando un borgo storico. Valtorta, minuscolo paesino, con meno di 300 abitanti, al confine fra la Valle Brembana e la Valsassina, ai piedi del pizzo dei Tre Signori, passaggio obbligato quando da qui passava la via del ferro, di angoli incantati ne offre anche altri: oltre al mulino (con poche decine di metri più sopra l’edificio in legno della segheria) offre per esempio una straordinaria minuscola chiesetta con attigua l’altrettanto affascinante torre quadrata: la chiesetta detta appunto della Torre, raggiungibile attraverso un breve tragitto lungo una stradina a gradoni.

Gandino, quei merletti sono opere d’arte

Gandino, quei merletti sono opere d’arte

Se mai servisse una conferma del fatto che l’Italia possieda un patrimonio artistico immenso, buona parte del quale, però, ancora pressoché sconosciuto ai più o troppo poco valorizzato, è sufficiente visitare gli edifici storici o i piccoli musei di borghi e cittadine sparse lungo tutto lo stivale. Gandino, comune della Valseriana a una ventina di chilometri da Bergamo, è un esempio significativo di quanta ricchezza artistica si possa concentrare in un piccolo contesto geografico e sociale. Connotata, da secoli, da una forte religiosità e da una spiccata dedizione al lavoro, la comunità identifica ancora oggi nell’imponente Basilica di Santa Maria Assunta e nella parrocchia di Gandino il fulcro attorno a cui ruota la vita sociale del paese. Sin dall’epoca medievale, l’edificio di culto è stato oggetto di numerose elargizioni che hanno permesso alla basilica di dotarsi di importanti opere d’arte e di abbellirsi con paramenti sacri di fattura sempre più raffinata. Ci sono oltre 300 preziosi merletti dal XVI al XX secolo…. Tali donazioni erano spesso un segno di gratitudine e riconoscenza a Dio da parte alcune famiglie che commerciavano panni lana gandinesi, la cui qualità era apprezzata non solo in Italia ma anche, e soprattutto, nei Paesi della Mitteleuropa. Non si può non citare il casato dei Giovanelli, la cui ricchezza raggiunse un’entità tale da far nascere vere e proprie leggende come quella secondo cui la famiglia avesse il vezzo di mettersi a tavola sedendo su grossi sacchi di monete d’oro. … provenienti dal territorio ma anche dalle Fiandre… Ovviamente, oltre alla disponibilità finanziaria, […]

Brembate Sopra, la torre che sale fino al sole

Brembate Sopra, la  torre che sale fino al sole

Allacciate le cinture. Si parte per un indimenticabile viaggio durante il quale sarete catapultati nello spazio e trasportati tra i crateri e i monti lunari, attraverso gli anelli di Saturno e i satelliti di Giove, le fugaci nebulose e le stelle. Un’esperienza imperdibile per tutti coloro, grandi e bambini, che amano la scienza e sono curiosi di conoscere come funziona il nostro sistema solare. Per coprire anni luce in pochi minuti, basta fare qualche chilometro e arrivare a Brembate Sopra, dove si trova La Torre del Sole, uno dei parchi astronomici più completi d’Italia. … e quindi entrammo a rivedere le stelle Il suo scopo è quello di avvicinare il pubblico al mondo della scienze astronomiche attraverso un percorso didattico che coinvolge direttamente i visitatori. In parole semplici, un piccolo viaggio nell’universo con i piedi ben piantati a terra. Dalla torre è possibile vedere meglio il sole  Se le stelle, anziché brillare continuamente nel cielo, non si potessero vedere che da un solo punto della terra, gli uomini vi si recherebbero per contemplare le meraviglie dei cieli. Partendo da questa idea un po’ folle, Natale Suardi prima e  Davide Del Prato poi, hanno pensato: «Perché, anziché demolire l’ormai inutile torre dell’aquedotto al centro del paese, non la utilizziamo per installarci un telescopio?». Così, nel marzo del 2008, è nata La Torre del Sole, un parco dell’astronomia dotato delle più moderne strumentazioni. La struttura è ricavata da una vecchia cisterna ristrutturata secondo le necessità di un parco scientifico moderno e dispone di […]

Historic Gran Prix, sulle mura si viaggia nel tempo

Historic Gran Prix, sulle mura si viaggia nel tempo

Prendete un percorso medievale, che si snoda per quasi tre chilometri lungo una cinta di possenti mura fortificate, elette patrimonio dell’ Unesco, attraversato secoli fa in sella o su carri trainati da cavalli per raggiungere la “città alta”. E ora aggiungete migliaia di potentissimi cavalli imbrigliati questa volta sotto il cofano delle più potenti auto sportive che quel circuito nel 1935 l’hanno invece percorso a folli velocità, come fece una delle più grandi leggende delle quattro ruote, Tazio Nuvolari, che quella corsa da brividi, su quel circuito che lui stesso definì “sublime” e destinato a entrare nella leggenda, la vinse nel 1935  tuffandosi a capofitto, al volante della sua Alfa Romeo P3, sulla discesa della Boccola per poi imboccare, al termine del rettilineo della Fara  l’impegnativa curva con cambio di pendenza e  immettersi con l’acceleratore pigiato a tutta  sull’imponente Viale  delle Mura. Ecco “servita”, a distanza di quasi 90 anni, la ricetta di un evento sportivo, il Gran Premio di Bergamo,  diventato leggendario.

I tesori di Bergamo? Non c’è solo Città Alta…

I tesori di Bergamo? Non c’è solo Città Alta…

Il fascino unico di Città Alta, col suo borgo storico difeso nei secoli da una cinta di mura tanto possenti quanto affascinanti; il colle di San Vigilio, raggiungibile salendo su una funicolare a fune che sembra viaggiare a ritroso nel tempo, e che accompagna a poche decine di metri dall’ingresso del vecchio castello; la bellezza del Centro Piacentiniano; i capolavori custoditi alla Pinacoteca Carrara. Sono solo alcuni dei tesori di Bergamo, città che molti turisti hanno avuto l’opportunità di scoprire grazie anche al boom dell’aeroporto Caravaggio di Orio Al serio, a una manciata di minuti dalla città. E che dovrebbero scoprire anche molti bergamaschi, all’oscuro di tanti angoli de sogno della propria città… Città Alta, salirci con la vecchia funicolare è come viaggiare a ritroso nel tempo Dici Bergamo e pensi immediatamente a Città Alta, arroccata sul colle, ai suoi tesori protetti nei secoli dalle possenti mura: piazza Vecchia, capace d’incantare un mostro sacro dell’architettura come Le Corbusier, e piazza del Duomo, il Palazzo della Ragione, il Palazzo del Podestà, Santa Maria Maggiore e la Cappella Colleoni, il Teatro sociale. Tesori che i turisti possono raggiungere salendo nel borgo storico sulla vecchia funicolare, mezzo di trasporto capace di far viaggiare a ritroso nel passato. Non è un caso che il nome Bergamo significhi insediamento sul colle, circondato dalle imponenti Mura Veneziane, con i grandissimi bastioni, a difendere quella che è divenuta l’icona di Bergamo, scrigno di gioielli architettonici unici al mondo, sede di musei e pinacoteche, ma anche fucina di […]

Selvino 5, 6 e 7 giugno

Bergamo Capitale Mondiale dell’Enduro 2025
riaccende i motori per l'evento leggendario
delle moto d'epoca

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Passeggiando alla scoperta di Bergamo e di nuove opportunità per fare shopping, trovare servizi….

Girando alla scoperta della provincia di Bergamo potresti fermarti per una sosta ed entrare….

Bergamo com'era?

Ci sono molti modi per raccontare una città, per far conoscere la sua anima, la sua evoluzione e i segreti celati dietro ogni angolo. Uno dei più potenti è farlo attraverso l'immagine, uno scatto capace di fermare il tempo e ricordare luoghi, monumenti e veicoli. Con questa rubrica "Bergamo d'Epoca: Angoli Nascosti e Memorie Trasformate", proponiamo una collezione di scatti storici: vi riporteremo tra i binari dei vecchi tram, in frazioni diventate quartieri, davanti ad edifici scomparsi e in prati diventati città. È un viaggio emozionante per riscoprire il volto più intimo e a volte sbiadito di luohi dimenticati di Bergamo.

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Ex Monastero di Astino

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Raccontatevi in un video

Ci sono molti modi per raccontarsi, per far conoscere la propria attività, la propria offerta, commerciale o professionale, ma anche la propria storia, la propria esperienza, la propria professionalità, la propria passione. Uno di questi modi è farlo attraverso un video capace di moltiplicare esponenzialmente la visibilità di ogni attività anche grazie all'utilizzo dei social network…

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Per migliorare la vita di tutti

Questo spazio è dedicato a chiunque voglia suggerire agli amministratori possibili iniziative per migliorare la vita di tutti i cittadini

A chi, bollette alla mano,
dimostra che ha bruciato, illuminato e quindi inquinato meno

Su un sito dedicato al mondo del mattone, dal nome decisamente simpatico, casavuoisapere.it, un signore che si chiama Vincenzo Vecchio e che da sempre si occupa di case (scrivendone su Il Sole 24 Ore)

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Professionisti

Scegliere a quale professionista (dall'artigiano, come può essere un elettricista, un idraulico o un falegname all'avvocato, al commercialista ma anche al medico....) affidarsi per un lavoro in casa o in ufficio, una pratica complicata, o magari per un problema serio di salute, non è sempre facile. Il madeinbergamo ha deciso di aiutare i propri lettori selezionando, sulla base di un'esperienza personale e dunque i una conoscenza “diretta” o, su segnalazione di operatori del settore, alcuni nominativi.

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Fabbri, falegnami, vetrai, imbianchini, idraulici, elettricisti, parquettisti e piastrellisti, installatori e manutentori d’impianti di riscaldamento o raffrescamento, impianti antifurto o domotici, antennisti, professionisti nel trattamento di cotto, parquet e marmo, nelle disinfestazioni, del giardinaggi… Chi cerca un artigiano per eseguire lavori in casa, in ufficio, in negozio qui può trovare un’ampia offerta…

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