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Casinò di S. Pellegrino, la roulette non gira più
ma le sue sale meritano sempre una “puntata”

Casinò di S. Pellegrino, la roulette non gira più <br/> ma le sue sale meritano sempre una “puntata”

Fare una puntata può avere diversi significati. Per esempio fare una scommessa, oppure fare una piccola deviazione per visitare una località. Nel caso di San Pellegrino Terme ha significato, in passato, entrambe le cose. Raggiungere la località, e in particolare il suo Casinò. Oggi degno di una “puntata” anche da chiuso, edificio capace di attirare, con la sua architettura, migliaia di visitatori, così come del resto altre attrazioni del centro della valle Brembana. Già, perchè se è vero che è sufficiente pronunciare il nome  San Pellegrino per richiamare alla mente un’acqua minerale simbolo del Made in Italy nel mondo, un ambasciatore del lusso che ha saputo imporsi sul mercato anni orsono e che può vantare una qualità estremamente apprezzata all’estero, tanto da averlo reso uno status symbol, è altrettanto certo che San Pellegrino, in realtà, è molto di più … E’ una località termale della bassa Valle Brembana che ha conosciuto fasti dei quali sono rimasti splendidi esempi architettonici. Tutto ebbe inizio agli inizi del secolo scorso, allorché alcuni investitori lombardi videro nello sfruttamento delle proprietà benefiche dell’acqua il presupposto per la costruzione di una nuova San Pellegrino, orientata a divenire una città termale mondana, lussuosa ed esclusiva. A tale scopo andavano costruiti edifici accattivanti e lussuosi le cui progettazione e costruzione, nonché le decorazioni, andavano affidati alle mani esperte di artisti di comprovata fama. Qui soggiornavano il barone Rotschild, i principi Borghese e Gonzaga,  la regina Margherita San Pellegrino Terme divenne allora un centro di rinomanza internazionale, il luogo adatto ai […]

Rotonda di San Tomé, angeli e demoni vegliano
insieme su segreti che forse nessuno svelerà mai

Rotonda di San Tomé, angeli e demoni vegliano <br/> insieme su segreti che forse nessuno svelerà mai

Monaci, pellegrini e cavalieri intenti a pregare in un luogo semioscuro, circondati da canti gregoriani, animali fantastici, figure demoniache ed angeliche, croci e strani simboli alle pareti. L’atmosfera mistica e misteriosa che, tra il X ed il XIII secolo, si respirava negli edifici di culto doveva essere più o meno questa. Siamo in pieno Medioevo e il periodo artistico, espresso soprattutto attraverso l’architettura sacra, è quello del Romanico. Ampiamente diffusa sul territorio italiano, l’arte romanica ha trovato rispondenza nella Bergamasca con varie definizioni architettoniche che non solo primeggiano in ambito regionale e nazionale, ma sono anche in grado di suscitare l’interesse di estimatori di ogni parte del mondo. Tra di esse spicca, per particolarità e unicità, la Rotonda di San Tomé di Almenno San Bartolomeo, a una manciata di chilometri da Bergamo. Immersa in un ambiente naturale e arroccata sul dirupo creato dal Tornago, il torrente che scorre a valle, San Tomè (o Ecclesiae Sanctae Tomei) appare immediatamente al visitatore come un edificio assolutamente non comune, grazie alla sua forma circolare a tre piani concentrici sovrapposti che si restringono dal basso verso l’alto. Tuttavia è l’osservazione dei dettagli a far comprendere

Teatro Sociale, lo spettacolo più affascinante
è quello “messo in scena” dalla sua architettura

Teatro Sociale, lo spettacolo più affascinante <br/> è quello “messo in scena” dalla sua architettura

Quella che stiamo per raccontare potrebbe essere la trama di un romanzo della scrittrice britannica Jane Austin, condito con le vicissitudini di svariati personaggi e che termina sempre con un lieto fine. L’ambientazione è la Bergamo dell’inizio Ottocento e i protagonisti sono: il Teatro Sociale, gli aristocratici, i ricchi borghesi, i migliori architetti, artigiani e decoratori del tempo. La storia nasce dal desiderio di un folto gruppo di nobili e borghesi bergamaschi di restituire alla Città Alta quella supremazia che la costruzione del Teatro Riccardi (l’attuale Teatro Donizetti) le insidiava. Grazie all’incarico conferito a Leopoldo Pollack (1751-1806), architetto considerato tra i maggiori esponenti del Neoclassicismo dell’epoca, e al lavoro dei migliori artigiani, nel 1807 venne inaugurato il “Teatro della Società” (oggi conosciuto come “Teatro Sociale”).  Allievo di Giuseppe Piermarini (col quale collaborò nella progettazione del Teatro alla Scala di Milano), Pollack era stato architetto della Casa d’Austria e, con il regime napoleonico, aveva inizialmente spostato la sua attività dall’area milanese verso la provincia e in particolare a Bergamo dove, in breve tempo, era diventato l’architetto preferito dall’alta borghesia e dall’aristocrazia. Tra i maggiori interventi in Bergamasca vanno annoverati la progettazione di Palazzo Agosti Grumelli a Bergamo e della Villa Pesenti Agliardi a Sombreno, alcuni interventi nel Palazzo Medolago Albani di Città Alta, il progetto per il carcere di Sant’Agata ed il recupero del Castello Montecchio a Credaro. Un teatro all’italiana ma con la platea alla francese L’architetto scelse di progettare un teatro all’italiana, con più ordini di palchi, che realizzava […]

Sagrestie di Alzano, qui è avvenuto uno
dei più grandi miracoli della storia dell’arte

Sagrestie di Alzano, qui è avvenuto uno <br/> dei più grandi miracoli della storia dell’arte

L’Italia nasconde straordinari tesori artistici in ogni suo angolo, spesso in piccolo comuni semisconosciuti, fuori dalle grandi rotte del turismo. Tesori che se invece di essere celati in un piccolo centro, magari di poche migliaia di abitanti, fossero custoditi nelle grandi capitali del turismo sarebbero famosi in tutto il mondo.  Ospitato in una cittadina, solo in apparenza senza particolari attrattive turistiche, Alzano Lombardo (leggete anche: Da vedere in provincia di Bergamo  e  Da vedere a Bergamo), a una manciata di chilometri da Bergamo sulla strada che sale verso la Valle Seriana, c’è uno di questi tesori che per la sua bellezza mozzafiato meriterebbe d’essere visitato da milioni di turisti: è quello rappresentato dalle tre sagrestie in legno realizzate dalla più straordinaria bottega di artisti del legno, quelli della famiglia  Fantoni (aiutati fa un’altra grandissima famiglia di scultori e intagliatori, i Canina) a partire dal 1679  nella Basilica di San Martino . Cliccate qui per proseguire la lettura.

Castello di Urgnano, i suoi passaggi segreti
guidano attraverso un mondo di misteri

Castello di Urgnano, i suoi passaggi segreti <br/> guidano attraverso un mondo di misteri

Il fascino dei passaggi segreti che conducevano nel cuore della fortezza, dove aveva la sua residenza il signore, quello dei trabocchetti che proteggevano il nucleo del castello e i suoi abitanti, e poi il mistero del ritratto di un uomo dalla lunga barba, fatto forse a Leonardo da Vinci che sarebbe stato ospite di Ludovico il Moro proprio per studiare il sistema difensivo della struttura, fra i più inattaccabili del tempo. Sono solo alcuni dei motivi  per visitare la Rocca di Urgnano, magnifica e imponente costruzione nata con funzioni difensive, trasformata in castello dai Visconti e destinata, nella sua lunghissima storia, a ospitare re, regine e vari personaggi illustri tra i quali, molto probabilmente, anche il genio di Vinci. Un maniero in grado di far viaggiare i visitatori nel tempo, fino al lontanissimo 1016 quando,  secondo un’antica pergamena conservata nella biblioteca civica di Bergamo, esisteva già un castello a Urgnano. La posizione in cui sorge la Rocca fu sicuramente determinata da scelte strategiche in quanto si trova in pianura all’incrocio tra due importanti vie di comunicazione: la strada “Francesca”, che ancora oggi unisce Milano a Brescia, e la “Cremasca” che congiunge Bergamo a Crema. La Rocca venne contesa aspramente tra varie illustri famiglie, tra le quali gli Hohenstaufen (di cui fu illustre membro Federico I detto il Barbarossa) che la cedettero ai Visconti. Passò poi agli Sforza, alla Repubblica di Venezia e al condottiero bergamasco Bartolomeo Colleoni che, a sua volta, la vendette al suo segretario Abondio Longhi. Fu infine acquistata da una […]

Dressing Piuma, la sartoria sociale capace
di ricucire perfino gli strappi della vita

Dressing Piuma, la sartoria sociale capace <br/> di ricucire perfino gli strappi della vita

Nella piccola sartoria, con la vetrina affacciata a metà di via Divisione Tridentina a Bergamo, si tagliano e si cuciono stoffe per realizzare un nuovo capo d’abbigliamento, si “allargano” o “stringono” giacche e pantaloni, si rammendano strappi in camice e maglioni. Ma nella stanza adibita a laboratorio dalla Dressing Piuma srl, “sartoria sociale”, come sottolinea subito l’amministratrice Alessandra Gabriele che l’ha creata “nel 2024 come società benefit per fornire un sostegno in più all’associazione di promozione sociale La Terza Piuma aps”, si fa molto di più: si ricuciono le ferite subite da donne che hanno subito maltrattamenti o peggio, da giovani e anziani “fragili”, spesso in difficoltà nel “ritagliarsi” una professione, un futuro. Imparare un mestiere aiuta le persone più fragili a ritagliarsi un futuro migliore… “Strappi nel cuore e nell’anima” che vengono rattoppati proprio imparando un mestiere, quello del sarto, lavorando fianco a fianco con altre persone cui il destino non ha risparmiato spesso fatica e sofferenza, ma anche con compagno di lavoro, e straordinario insegnante, un “asso” del taglio del cucito, un sarto oggi in pensione che, venuto a conoscenza delle finalità di quella piccola – ma sotto l’aspetto umano grandissima -sartoria, non ha esitato un solo istante a offrirsi volontario per trascorrere una mezza giornata con le sue allieve e allievi, per mettere a disposizione la propria arte, la propria esperienza. … soprattutto se a insegnare c’è un grandissimo sarto, dalle mani e dal cuore d’oro Lui, “il sarto dalle mani e dal cuore d’oro”, come è […]

Ex Monastero di Astino, il gioiello architettonico
incastonato nel verde di una valle da sogno

Ex Monastero di Astino, il gioiello architettonico <br/> incastonato nel verde di una valle da sogno

Un gioiello architettonico incastonato nel verde tra il bosco dell’Allegrezza e il colle della Benaglia: è il Monastero di Astino, fondato nel 1107 dai monaci toscani di Vallombrosa e completato oltre 400 anni dopo con la costruzione del grande torrione di sud-ovest che sovrasta la vallata. Un tesoro rimasto per un periodo lunghissimo in stato d’abbandono fino a quando, nel 2013, sono iniziati i lavori di restauro decisi dalla Mia, la Congregazione della Misericordia Maggiore, che lo aveva acquistato nel 2007, e che lo hanno restituito al suo antico splendore.

Museo Tino Sana, l’arte della falegnameria
ha fatto sbocciare dal legno autentici capolavori

Museo Tino Sana, l’arte della falegnameria  <br/> ha fatto sbocciare dal legno autentici capolavori

Nessuno meglio di un falegname può raccontare il legno. Chi è abituato a guardarlo, impugnarlo, levigarlo e dargli forme sempre diverse, lo conosce come nessun altro, sa seguirne perfettamente le venature e scioglierne i nodi. Poi può decidere di tenere per sè tutte le sue conoscenze oppure di condividerle con gli altri. Condividere la passione e l’amore per la materia viva, ma anche la perseveranza e la fatica che stanno dietro la sua lavorazione. Tino Sana ha scelto questa strada. Lui, per i pochi che non lo sapessero, è stato il falegname bergamasco per eccellenza, capace di affascinare tutto il mondo realizzando, attraverso la sua azienda di Almenno San Bartolomeo, arredamenti su misura per qualsiasi interno: ufficio, hotel, negozio, nave da crociera. Poche aziende bergamasche sono così famose nel mondo Uno straordinario “manipolatore” di linee ed “esploratore” di forme, capace di realizzare, con la certosina precisione di chi è abituato a destreggiarsi fra lime, sgorbie e pialle, il suo sogno imprenditoriale. “Costruendo” una delle aziende bergamasche (e italiane) più famose nel mondo, per poi realizzare il suo desiderio più profondo: raccontare il legno e la sua storia. È nato così, nel 1987, il Museo del Falegname, tributo a uno dei mestieri più antichi e belli della storia dell’uomo. È nato, originariamente, in un piccolo spazio ricavato nella reception della Tino Sana Srl, straordinario biglietto da visita per chiunque si fosse rivolto all’azienda. In principio era una semplice raccolta di oggetti scovati dallo stesso Tino Sana e da alcuni fidati collaboratori. […]

Boxing Team Bergamo, sul ring la vita è più rosa.
E insegna a diventare e “sentirsi” più forti

Boxing Team Bergamo, sul ring la vita è più rosa. <br/> E insegna a  diventare e “sentirsi” più forti

“Vola come una farfalla, pungi come un’ape”: la celebre frase usata dal “re dei re” del pugilato, Muhammad Ali, per raccontare il proprio stile di combattimento, è nata sul ring ma ha presto oltrepassato i confini delimitati dalle “corde”, trasformandosi in una metafora per indicare la capacità di affrontare le sfide e le difficoltà della vita. Magari con la stessa leggerezza e l’agilità che solo Muhammad Ali sapeva mettere in scena  sul ring, con movimenti talmente rapidi da consentirgli di schivare i colpi pronto, in un battibaleno, a reagire con prontezza, sferrando i suoi, diretti, ganci, uppercut, tanto precisi quanto potenti, capaci di mandare l’avversario ko. Come può accadere per una puntura di un’ape. Il segreto è imparare a volare come una farfalla e a  pungere come un’ape “Vola come una farfalla, pungi come un’ape”: un motto diventato una “lezione di vita” che David Arsuffi tecnico federale Fpi (federazione pugilistica italiana) e fondatore dell’associazione sportiva dilettantistica “Boxing Team Bergamo”, è pronto a insegnare ogni giorno nella propria scuola di pugilato di via Ghislandi, ai propri allievi ma anche allieve diventate sempre più numerose nel tempo. A una donna la boxe non  insegna solo a “parare colpi” di un possibile aggressore… Ragazze e donne di ogni età desiderose d’infilare i guantoni per scoprire come vincere le sfide sempre più difficili da affrontare, non solo sul “piano fisico” (imparando anche a parare i colpi portati dal terrificante aumento di violenze proprio sul quello che una volta veniva chiamato “il sesso debole”) ma […]

Aldo Descrovi, l’ex pilota che si è messo in testa
di dover proteggere la sicurezza dei motociclisti

Aldo Descrovi, l’ex pilota che si è messo in testa <br/> di dover proteggere la sicurezza dei motociclisti

Da pilota d’enduro, come “confessa” lui stesso sorridendo (grazie anche al ricordo di infortuni mai particolarmente seri), cadeva “abbastanza spesso, di certo più di diversi amici con i quali mi allenavo e che in diversi casi poi sono diventati grandi campioni”. Forse é anche per questo che per lavoro ha deciso di assicurarsi che chi va in moto (ma anche in macchina o sugli sci, in bici o in kayak, o praticando qualsiasi altro sport in cui ci si potrebbe far male) abbia le migliori protezioni possibili. Partendo dai caschi , per tutti gli sport , per proseguire con “dispositivi di protezione individuale,

VIA che VAI<br>SORPRESE che TROVI

Passeggiando alla scoperta di Bergamo e di nuove opportunità per fare shopping, trovare servizi….

Girando alla scoperta della provincia di Bergamo potresti fermarti per una sosta ed entrare….

Bergamo com'era?

Ci sono molti modi per raccontare una città, per far conoscere la sua anima, la sua evoluzione e i segreti celati dietro ogni angolo. Uno dei più potenti è farlo attraverso l'immagine, uno scatto capace di fermare il tempo e ricordare luoghi, monumenti e veicoli. Con questa rubrica "Bergamo d'Epoca: Angoli Nascosti e Memorie Trasformate", proponiamo una collezione di scatti storici: vi riporteremo tra i binari dei vecchi tram, in frazioni diventate quartieri, davanti ad edifici scomparsi e in prati diventati città. È un viaggio emozionante per riscoprire il volto più intimo e a volte sbiadito di luohi dimenticati di Bergamo.

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Ex Monastero di Astino

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Aldo Descrovi

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Raccontatevi in un video

Ci sono molti modi per raccontarsi, per far conoscere la propria attività, la propria offerta, commerciale o professionale, ma anche la propria storia, la propria esperienza, la propria professionalità, la propria passione. Uno di questi modi è farlo attraverso un video capace di moltiplicare esponenzialmente la visibilità di ogni attività anche grazie all'utilizzo dei social network…

Scopri come fare

Per migliorare la vita di tutti

Questo spazio è dedicato a chiunque voglia suggerire agli amministratori possibili iniziative per migliorare la vita di tutti i cittadini

A chi, bollette alla mano,
dimostra che ha bruciato, illuminato e quindi inquinato meno

Su un sito dedicato al mondo del mattone, dal nome decisamente simpatico, casavuoisapere.it, un signore che si chiama Vincenzo Vecchio e che da sempre si occupa di case (scrivendone su Il Sole 24 Ore)

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Professionisti

Scegliere a quale professionista (dall'artigiano, come può essere un elettricista, un idraulico o un falegname all'avvocato, al commercialista ma anche al medico....) affidarsi per un lavoro in casa o in ufficio, una pratica complicata, o magari per un problema serio di salute, non è sempre facile. Il madeinbergamo ha deciso di aiutare i propri lettori selezionando, sulla base di un'esperienza personale e dunque i una conoscenza “diretta” o, su segnalazione di operatori del settore, alcuni nominativi.

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Altro

Fabbri, falegnami, vetrai, imbianchini, idraulici, elettricisti, parquettisti e piastrellisti, installatori e manutentori d’impianti di riscaldamento o raffrescamento, impianti antifurto o domotici, antennisti, professionisti nel trattamento di cotto, parquet e marmo, nelle disinfestazioni, del giardinaggi… Chi cerca un artigiano per eseguire lavori in casa, in ufficio, in negozio qui può trovare un’ampia offerta…

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