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Sei giorni di Enduro, il “tris” vincente di Bergamo

Sei giorni di Enduro, il “tris” vincente di Bergamo

Non c’è il due senza il tre, recita un proverbio. Destinato a trovare conferma per la Sei Giorni Internazionale di Enduro, evento che ogni anno e assegna il titolo di Campione del mondo della specialità a squadre nazionali, conosciuta anche come l’”Olimpiade della moto”, e per Bergamo, autentica “capitale mondiale” di questa disciplina sportiva, che dal 24 al 29 agosto 2025 ospiterà, per la terza volta appunto, una competizione capace di schierare al via centinaia di piloti provenienti da ogni continente. Un evento reso ancora più straordinario dalla lunghissima attesa: sono trascorsi infatti quasi 40 dall’ultima edizione ospitata nel 1986 in Valle Brembana, con San Pellegrino “capitale” , così come era accaduto per la “prima”, andata in scena sui bellissimi sentieri della valle 1968, per la 43esima edizione. Due precedenti illustri che forse hanno “pesato” nella decisione, presa dai responsabili della Fim, Fédération Internationale de Motocyclisme e della Fmi, la Federmoto italiana, di assegnare al Motoclub Bergamo l’ospitalità e l’organizzazione dell’edizione 2025, riconoscendo la grande passione e competenza che da sempre contraddistinguono il mondo sportivo bergamasco nella storia delle due ruote. Mettendo in moto la macchina dell’organizzazione chiamata ad affrontare una “prova” difficilissima quale solo una manifestazione di altissima caratura internazionale come l’”Olimpiade della moto”, con una competizione serrata che si svolge nel corso di sei giorni ed è composta da prove di varia natura tecnica, in grado di esaltare la bravura dei piloti, sia professionisti sia amatori, e può rappresentare. Sono i numeri a dirlo: a partire da quelli […]

Pagazzano, la fortezza che offrì rifugio a Petrarca

Pagazzano, la fortezza che offrì rifugio a Petrarca

Cosa può accomunare un paese della bassa pianura bergamasca, teatro di violenti scontri tra le fazioni più disparate dal Medioevo al ‘700, e il grande poeta toscano Francesco Petrarca che ha condiviso con generazioni di studenti il proprio amore per Laura? Un castello. Ovviamente non un castello qualunque, ma lo splendido maniero di Pagazzano, appartenuto per secoli alla potente famiglia dei Visconti, duchi di Milano, che ha superato il trascorrere del tempo in modo egregio, tanto da presentarsi ai nostri occhi come la fortezza che abbiamo sempre sognato da bambini con le torri, il fossato pieno d’acqua e il ponte levatoio. Al Castello di Pagazzano sono ancora ben visibili e molto ben conservate tutte le caratteristiche della tipica fortezza militare. Le mura sono imponenti, i ponti levatoi ancora funzionanti Già a un primo sguardo dall’esterno, non si può non rimanere impressionati di fronte all’imponenza delle mura in laterizio, ai due ponti levatoi ancora perfettamente funzionanti, alle merlature a coda di rondine (coperte da tettoie di tegole al termine del conflitto tra guelfi e ghibellini per “mascherare” l’antico schieramento a favore dell’imperatore), alle torri quadrate, compresa la più alta, quella di vedetta, e al Mastio. E nel fossato c’è ancora l’acqua, difesa naturale contro gli invasori Un elemento molto interessante è il fossato difensivo che si presenta ancora colmo d’acqua, unico nella bergamasca. Situato in una zona di confine tra le province di Bergamo, Milano e Cremona, venne edificato nel Medioevo con funzioni difensive per ospitare guarnigioni di soldati, con il loro comandante (il […]

Vilminore di Scalve, il bosco “concentrato”

Vilminore di Scalve, il bosco “concentrato”

Tutus in silvis, ovvero, tradotto dal latino, sicuro nelle selve. È questo il motto della Valle di Scalve e ci fa capire il valore che aveva il bosco per gli scalvini nei secoli passati, Il bosco era la “ricchezza” della Valle di Scalve, le foreste scalvine davano legname da costruzione, legna da ardere e soprattutto il carbone per fondere il minerale (siderite) estratto dalle miniere locali. Per far riscoprire l’importanza (oltre che la bellezza) del bosco, a rispettarlo e tutelarlo, è sorto l’Arboreto alpino Gleno di Vilminore di Scalve, un’area privata sulla quale sono state piantumate le principali specie arboree della Valle di Scalve. Un centinaio di piante (dai i rododendri agli abeti, agli ontani e ai faggi, agli aceri, alle rose selvatiche e a tutte le altre specie che coprono i boschi della valle dai 600 ai 1800 metri di quota) nate e cresciute grazie all’impegno di Pier Giorgio Capitanio e di Manfredo Bendotti nel nuovo spazio espositivo che ospita le schede descrittive di ogni specie botanica. Un “museo naturale vivente” aperto da maggio a ottobre ai visitatori (in particolare alle scolaresche) che possono richiedere una visita guidata ed essere così accompagnati da personale che ha conseguito una qualifica a livello regionale di operatore di animazione didattica. L’area dispone di una zona barbeque e picnic per consumare il pranzo al sacco in un luogo accogliente e rilassante, di un chiosco bar e tavola fredda dove degustare i salumi e i formaggi della Valle di Scalve, ma anche di un’area attrezzata […]

San Paolo d’Argon, il mistero del tesoro sepolto

San Paolo d’Argon, il mistero del tesoro sepolto

Impossibile descrivere l’espressione di sorpresa che il referente della Soprintendenza per i beni storici e artistici di Bergamo e Brescia assunse quando, durante una visita guidata alla chiesa parrocchiale di San Paolo d’Argon, si imbatté nel “Martirio di San Giovanni evangelista” di Giuseppe Maria Crespi. La sorpresa si fece incredulità mista a orgoglio quando la guida descrisse le altre tre preziose tele, conservate nell’edificio ecclesiastico, sempre opera del grande artista del Settecento. Le tele di Crespi vengono prestate ai musei di New York, Londra… Il fatto che una chiesa parrocchiale custodisca ben quattro rare tele di uno degli artisti considerati tra i maggiori esponenti del tardo barocco risulta alquanto sorprendente e straordinario. Basti pensare che dipinti del Crespi (detto Lo Spagnolo per la foggia degli abiti che era solito indossare in gioventù) fanno bella mostra di sé in collezioni private e musei pubblici di città come New York, Washington, Chicago, Birmingham, Londra, Dublino, Bruxelles, Dresda, Vienna, Leningrado, Mosca, Firenze, Napoli, Roma, Bologna e tante altre importanti località. Non è raro, quindi, che durante l’anno le tele si allontanino, a turno, da San Paolo d’Argon e raggiungano i luoghi più disparati del pianeta per arricchire mostre temporanee e particolari eventi, lasciando sulla parete della loro nicchia, rimasta vuota e grigia, un biglietto con le parole “Opera temporaneamente prestata a …”, una sorta di “torno subito” rivolto ai parrocchiani. Fedeli fortunati, i sampaolesi, che da secoli possono pregare in un luogo splendido, caratterizzato non solo dalla presenza di numerosi capolavori su tela ma […]

Museo del tessile, un fantastico intreccio di storie

Museo del tessile, un fantastico intreccio di storie

Da una parte il fascino emanato dall’architettura industriale di un opificio degli anni 60; dall’altro i telai e gli altri strumenti di lavoro capaci di far rivivere le fasi principali del ciclo di produzione del tessuto (dalla lavorazione delle fibre alla cardatura, alla tessitura, al finissaggio e all’abbellimento dei tessuti), ma anche le piante per uso tessile coltivate nel giardino botanico, come lino, bamboo e cotone, per  ricavarne i filati, o  guado, ginestra, fiori di tagete per estrarne i coloranti naturali. Elementi che, come altrettanti “fili”, sembrano intrecciarsi nel Museo del tessile Martinelli Ginetto di Leffe, una delle capitali della tradizione manifatturiera, “tessendo “una storia capace di catturare l’attenzione dei visitatori.  Migliaia di persone che, ogni anno, approdano nel centro considerato la porta d’accesso alle Cinque Terre della Valgandino (oltre a Leffe, Gandino, Peia, Casnigo e Cazzano) per scoprire i segreti dell’antica lavorazione, di una tradizione che si è tramandata di generazione in generazione. Segreti custoditi per esempio dal grande torcitoio della seta, del diametro di quattro metri e mezzo, con la ruota del mulino in legno dal diametro di oltre 3 metri che veniva mossa dall’acqua; dalla grande garzatrice che formava il pelo sulle coperte, mossa da una trasmissione centralizzata a soffitto di inizio 1800; dalla macchina per le frange, capace di lasciare a bocca aperta una volta scoperto il meccanismo che la faceva funzionare. O, ancora, dalla macchina  da ricamo e da quella dei merletti, fino alle imponenti carde, agli arcolai, alla macchina ad alette del 1700, agli strumenti […]

Crespi, la fabbrica che ha costruito un villaggio

Crespi, la fabbrica che ha costruito un villaggio

  “Il lavoro allontana da noi tre grandi mali: la noia, il vizio e il bisogno”. Quando, in uno dei suoi scritti più noti, il filosofo Voltaire sostenne questo pensiero dalla forte caratterizzazione illuministica (Candido o l’ottimismo, 1759) poteva solo ignorarne il grande eco che avrebbe avuto nella sua Francia e nel resto d’Europa. Tali parole contribuirono ad alimentare, anche durante l’Ottocento, il sogno di alcuni grandi imprenditori di tutelare e rendere gradevole la vita dei propri operai dentro e fuori la fabbrica, cercando di colmare i ritardi della legislazione sociale dello Stato. La visione, per così dire, filantropica si esemplificò nei cosiddetti villaggi industriali, autentici modelli di città ideale, in cui il datore di lavoro provvedeva a fornire a tutti i suoi dipendenti non solo un’abitazione più che dignitosa ma anche i servizi necessari alla vita della comunità: chiesa, scuola, ospedale, dopolavoro, teatro, bagni pubblici … Oltre alle case ospitava chiesa, scuola, ospedale, dopolavoro, teatro, bagni pubblici … Questa smisurata fiducia nel progresso, nel lavoro e nell’industria influenzò anche Cristoforo Benigno Crespi, figlio di un tintore di Busto Arsizio, che scelse l’area corrispondente all’estrema punta meridionale dell’Isola Bergamasca (porzione della provincia di Bergamo racchiusa fra i fiumi Adda e Brembo, oggi all’interno del territorio del comune di Capriate San Gervasio) per dar finalmente vita al suo sogno di produrre filati preziosi a livello industriale. Il progetto risultò, ai tempi, decisamente ambizioso non solo per le dimensioni e l’innovazione tecnologica necessarie ma anche, e soprattutto, per l’anelito verso il bello, verso […]

I mille volti di Bergamo, fra castelli, chiese, musei…

I mille volti di Bergamo, fra castelli, chiese, musei…

Viaggiare nella storia, nell’architettura, nell’arte: per farlo basta varcare l’ingresso dei castelli di Solza, Pumenengo, Pagazzano, Martinengo, Malpaga, Romano di Lombardia, o della Rocca di Urgnano. Oppure “navigare” fra le stanze dell’accademia Tadini, che si specchia sul lago a Lovere, entrare nel Palazzo dell’orologio o nella casa con affrescata la Danza macabra a Clusone, circondati dalla maestosa bellezza delle Prealpi orobiche… La provincia di Bergamo offre una montagna di proposte per un percorso turistico lungo qualche giuorno, oppure per una gita fuori porta in giornata… Il Medioevo rivive nel castello di Solza, dove nacque il signore dei condottieri La zona a sud della provincia di Bergamo, la parte più esposta, nel Medioevo, alle brutalità della violenza di eserciti di passaggio e non solo, è disseminata di fortezze dal fascino antico. A partire dal castello di Solza, luogo di nascita di Bartolomeo Colleoni. Un castello dalle dimensioni contenute e dal modesto impianto trecentesco che, comunque, vale la pena di visitare anche solo per avere dato i natali a uno dei più grandi condottieri di sempre. Il castello si sviluppa su una pianta quadrilatera ed è stato costruito su un falsopiano che si affaccia all’alveo dell’Adda, circondato, ma indipendente, dal borgo. Il complesso è composto dai resti di una torre e di una cinta muraria, che racchiude una corte. Sulla cinta muraria si intravedono i resti dei merli, realizzati successivamente al primo impianto e poi sacrificati ad esigenze residenziali. Tre torri anziché quattro rendono inconfondibile il castello di Pumenengo Lungo quelle che […]

Città Alta, le vie della salita sono infinite

Città Alta, le vie della salita sono infinite

Non è una guida “di” Città Alta, ma una guida “a” Città Alta, con i vari percorsi che portano a salire i colli di Bergamo Alta arrivando alle quattro porte di accesso della città medievale, in qualsiasi stagione, a piedi o in bicicletta. Trentatrè itinerari e innumerevoli varianti, per un totale di 115 strade , scalette, funicolari e sentieri per salire alle porte del borgo storico “raccontati” e mostrati in 184 pagine con fotografie a colori suddivise in cinque sezioni che rappresentano cinque zone di partenza delle passeggiate: Centro città, Conca d’Oro, Conca d’Astino , Fontana e Sombreno, Anello di San Vigilio- Versante Nord, con cartine dettagliate , descrizioni dei tracciati e varie notizie utili. Tutto questo è “Alle porte di Città Alta”, piccola guida divenuta un classico delle guide escursionistiche dedicate a Bergamo, come testimonia del resto il fatto che il volume è giunto alla sua settima edizione impreziosita da un inserto di 16 pagine che aiutano a riconoscere la flora spontanea che è possibile incontrare lungo i percorsi. Completa la guida la mappa “Dalle porte di Citta’ Alta”: cinque itinerari per scoprire la bellezza di Città Alta partendo da ciascuna delle quattro porte di accesso presenti nelle Mura, non solo percorrendo il frequentatissimo asse centrale (itinerario 5) ma proponendo altri quattro percorsi, meno noti e meno affollati. Uno strumento essenziale (acquistabile on line navigando sul sito di Elle Libri) libreria on line realizzata da Guido Lorenzelli, discendente di una dinastia che ha “invitato” alla lettura migliaia di bergamaschi […]

Accademia Tadini, l’arte si specchia nel lago

Accademia Tadini, l’arte si specchia nel lago

Non c’è bisogno di raggiungere il Louvre di Parigi o la Galleria Borghese a Roma per contemplare da vicino opere dello scultore che estrasse dal marmo bianco capolavori come Amore e Psiche o la splendida Paolina Bonaparte, mollemente adagiata su un giaciglio di pietra che flette sotto il peso del suo corpo. Ad una quarantina di chilometri da Bergamo, nell’elegante cittadina di Lovere, è possibile ammirare alcuni capolavori di colui che è considerato uno dei più talentuosi artisti della scultura italiana di ogni tempo: Antonio Canova. Le sue opere si trovano all’interno del complesso dell’Accademia di Belle Arti Tadini, imponente residenza che spicca sul resto dei palazzi affacciati sulla riva del Lago d’Iseo. Nello splendido stabile

Trescore, la nostra piccola Cappella Sistina

Trescore, la nostra piccola Cappella Sistina

In un immaginario valzer dei tesori artistici siti in terra bergamasca, i castelli, le basiliche e le grandi dimore storiche farebbero bella mostra di sé con il loro incedere nobile e maestoso, le tele e le statue danzerebbero agili volteggiando in libertà mentre le chiese procederebbero in modo ordinato e regolare. In un angolo, piccola e poco desiderosa di esibirsi, ci sarebbe lei, la cappella della villa Suardi a Trescore Balneario, talmente timida da andare a rifugiarsi tra le fronde degli alberi secolari del parco. Questa piccola chiesetta, dalla semplice architettura rustica e coperta da falde in legno, fu fatta erigere nel Quattrocento dalla famiglia bergamasca dei Suardi, tra i nobili di più antico lignaggio a livello nazionale, allo scopo di renderla un oratorio per confortare i viandanti e oggi la si può trovare poco al di fuori del centro abitato della cittadina termale, lungo la strada che collega la città di Bergamo al Passo del Tonale. Le antiche scuderie e il parco conducono al capolavoro di Lorenzo Lotto… Per poterla visitare è necessario attraversare l’area delle antiche scuderie del Palazzo e un caratteristico parco, in cui il profumo degli antichi bossi e la quiete della lussureggiante vegetazione aiutano a predisporre l’animo dell’ospite alla contemplazione di ciò che sta per scoprire. È varcando la soglia del piccolo edificio che lo stupore prende il sopravvento: un tripudio di colori crea una miriade di personaggi, città, montagne, animali, cieli, terre, alberi e frutti in una ricerca di spazio e di espressione che va ben oltre […]

VIA che VAI<br>SORPRESE che TROVI

Passeggiando alla scoperta di Bergamo e di nuove opportunità per fare shopping, trovare servizi….

Girando alla scoperta della provincia di Bergamo potresti fermarti per una sosta ed entrare….

Bergamo com'era?

Ci sono molti modi per raccontare una città, per far conoscere la sua anima, la sua evoluzione e i segreti celati dietro ogni angolo. Uno dei più potenti è farlo attraverso l'immagine, uno scatto capace di fermare il tempo e ricordare luoghi, monumenti e veicoli. Con questa rubrica "Bergamo d'Epoca: Angoli Nascosti e Memorie Trasformate", proponiamo una collezione di scatti storici: vi riporteremo tra i binari dei vecchi tram, in frazioni diventate quartieri, davanti ad edifici scomparsi e in prati diventati città. È un viaggio emozionante per riscoprire il volto più intimo e a volte sbiadito di luohi dimenticati di Bergamo.

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Ex Monastero di Astino

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l’ex pilota che si è messo in testa di dover proteggere la sicurezza dei motociclisti

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Raccontatevi in un video

Ci sono molti modi per raccontarsi, per far conoscere la propria attività, la propria offerta, commerciale o professionale, ma anche la propria storia, la propria esperienza, la propria professionalità, la propria passione. Uno di questi modi è farlo attraverso un video capace di moltiplicare esponenzialmente la visibilità di ogni attività anche grazie all'utilizzo dei social network…

Scopri come fare

Per migliorare la vita di tutti

Questo spazio è dedicato a chiunque voglia suggerire agli amministratori possibili iniziative per migliorare la vita di tutti i cittadini

A chi, bollette alla mano,
dimostra che ha bruciato, illuminato e quindi inquinato meno

Su un sito dedicato al mondo del mattone, dal nome decisamente simpatico, casavuoisapere.it, un signore che si chiama Vincenzo Vecchio e che da sempre si occupa di case (scrivendone su Il Sole 24 Ore)

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Professionisti

Scegliere a quale professionista (dall'artigiano, come può essere un elettricista, un idraulico o un falegname all'avvocato, al commercialista ma anche al medico....) affidarsi per un lavoro in casa o in ufficio, una pratica complicata, o magari per un problema serio di salute, non è sempre facile. Il madeinbergamo ha deciso di aiutare i propri lettori selezionando, sulla base di un'esperienza personale e dunque i una conoscenza “diretta” o, su segnalazione di operatori del settore, alcuni nominativi.

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Fabbri, falegnami, vetrai, imbianchini, idraulici, elettricisti, parquettisti e piastrellisti, installatori e manutentori d’impianti di riscaldamento o raffrescamento, impianti antifurto o domotici, antennisti, professionisti nel trattamento di cotto, parquet e marmo, nelle disinfestazioni, del giardinaggi… Chi cerca un artigiano per eseguire lavori in casa, in ufficio, in negozio qui può trovare un’ampia offerta…

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