L’autismo non nasce oggi e non nasce a Bergamo. A Bergamo ce lo siamo ritrovato senza neanche accorgerci, lentamente, un caso alla volta, come un fiume carsico che andava via via affiorando in tutte le direzioni (ormai, in Italia, si parla di un caso su cento). Così, del resto, in tutto il mondo. Per molti secoli la sindrome non era ufficialmente conosciuta e riconosciuta, anche se risulta col senno di poi che sia antica come il mondo. Soltanto nella seconda metà del Novecento la scienza è riuscita a isolare l’autismo dalle generiche patologie psichiatriche, riconoscendo la sua specificità e la sua complessità. E’ cominciata così la lunga corsa contro gli spettri dell’isolamento, una corsa che non porterà mai a una “guarigione” totale, ma che certamente potrà rendere migliore la vita degli autistici, anche grazie a un diverso modo di vederli e di considerarli nel mondo esterno. Nel 1995, un gruppo di insegnanti e genitori bergamaschi, rendendosi conto della mancanza di conoscenze sull’autismo, e di conseguenza della difficoltà ad aiutare bambini e ragazzi con queste difficoltà, a casa e a scuola, decide di avviare un percorso di studio e ricerca, con il supporto dell’Ufficio scolastico provinciale, nella persona valorosa della dottoressa Mariacarla Marchesi. Il fortunato incontro con Theo Peeters, professore dell’Opleindings Centrum di Anversa, studioso e formatore del programma Teacch già ampiamente sperimentato negli Usa, consente di individuare la scelta opportuna: un sistema educativo che bene si addice alle competenze e ai ruoli di insegnanti, educatori e genitori, senza sovrapporsi - tanto meno sostituirsi - alla competenza sanitaria, unico e indispensabile riferimento per la diagnosi. Nel 1997, dopo brevi sperimentazioni, alcuni operatori, con il supporto del Comune di Bergamo, decidono di proporsi nella sede dell’ex scuola Angelini, Valtesse, come riferimento formativo e informativo a quanti risultino interessati in qualsiasi modo al tema dell’autismo. In breve tempo, sia da parte del mondo della scuola, sia da parte delle famiglie, la domanda si fa più intensa e impegnativa, a dimostrazione di quanto diffusa e sommersa sia ormai questa emergenza. Immediata la consapevolezza del grande lavoro necessario per far conoscere questa patologia, assieme ai conseguenti problemi di solitudine e di isolamento delle persone con autismo, nonché delle loro famiglie.
2000: nasce Spazio Autismo di Bergamo
Nel 2000, alcuni genitori dei ragazzi, con alcuni operatori e sostenitori, decidono di fondare l’associazione “Spazio Autismo”, onlus con lo scopo di sostenere le attività del Centro di Valtesse e di sensibilizzazione con varie attività l’intero territorio bergamasco. Nel 2003, la formazione degli insegnanti impegnati nella fascia dell’obbligo si amplia con una serie di nuovi progetti, per rispondere ai bisogni anche degli autistici più grandi (18-40 anni). Tra gli altri, nascono: “Progetto Autonomia”, attività per la cura del sé e lo sviluppo di abilità domestiche. “Progetto Pony Help”, per attività socialmente utili sul territorio (gli autistici fanno la spesa per gli anziani del quartiere che non possono uscire di casa) “Progetto Mini Pak”, lavoro manuale di confezione prodotti su commesse esterne “Progetto Faiconme”, laboratori di tempo libero con gli studenti delle scuole superiori
2009: nascono il Centro socio educativo e Coop Zefiro
La risposta positiva del territorio e delle famiglie; la cronica mancanza di strutture e servizi specifici per gli autistici; il forte incremento del numero di persone autistiche adulte, per le quali è necessaria una risposta sociale a conclusione della scuola; la necessità di dare stabilità e futuro alle varie sperimentazioni; tutto questo induce il comune di Bergamo a fondare un Centro socio educativo dedicato ai cittadini con autismo. L’associazione “Spazio Autismo”, per consentire la continuità del Centro di Valtesse ormai operante da anni, decide di fondare una cooperativa sociale per partecipare al bando che affida la gestione del servizio. La Cooperativa prende il nome di “Zefiro”, il buon vento che spira finalmente per tante persone e per le loro famiglie. E difatti “Zefiro” vince l’appalto indetto dal Comune.
Perchè CasAutismo”
Il Centro socio educativo continua in questi anni il lavoro e gli studi, coprendo la settimana dal lunedì al venerdì, nell’arco giornaliero dalle 8,30 alle 16. Ci sono i nostri ragazzi diventati ormai adulti. Ci sono i genitori, riuniti in Spazio Autismo. C’è la Cooperativa Zefiro, ora confluita nella più grande realtà di Cooperativa Serena. Ci sono tanti amici attorno, pronti a dare una mano.È sembrato a tutti il momento giusto per mettere questa grande famiglia sotto lo stesso tetto, dentro la stessa casa, a orario continuato, complementare al Cse. Nel 2015 nasce così “casAutismo”. Giuridicamente, ha forma di associazione, per essere riconosciuta e riconoscibile ai diversi livelli istituzionali, per essere titolare di diritti, di relazioni, di aiuti e di sostegni. Ma non è il versante burocratico l’aspetto più importante. Importa la sostanza. Il sogno, il progetto, l’impegno è molto chiaro. All’inizio è una casa ideale, costruita sulle idee e sugli ideali, impegnata nel promuovere cultura e sapere sull’autismo, nell’organizzare manifestazioni e promozioni, nel raccogliere fondi. Accanto a “Spazio Autismo”, che continua a occuparsi prevalentemente dell’età infantile, “casAutismo” serve come punto di riferimento per chi già sia coinvolto a vario titolo nel mondo dell’autismo, ma anche per chi abbia voglia di cominciare. Serve a coordinare le diverse attività, a raccogliere le richieste e le necessità, a cercare le possibili soluzioni, evitando dispersioni e disfunzioni. Serve a pensare, a discutere, a studiare. Possibilmente, a migliorare. Ma è chiaro che questa casa non può restare soltanto un luogo di nobili pensieri e belle parole. L’obiettivo – il sogno – è che questa casa sia fatta materialmente anche di solida muratura. Si tratterà di costruire materialmente e fisicamente l’approdo finale di tutti questi anni, vissuti tra buona volontà e tanto coraggio, l’approdo dove i nostri ragazzi possano vivere la loro vita adulta nelle migliori condizioni, accanto alle persone giuste, senza perdere mai il contatto con la società e con il mondo esterno. “CasAutismo” come alloggio e residenza, ma anche come sede di sapere e di esperienze al servizio della collettività: insomma un vero quartiere generale, dove trovare tutto quanto serve per affrontare meglio l’autismo, sul piano teorico e scientifico, ma anche sul piano pratico e strategico. Non è un’impresa da niente. Serviranno parecchi soldi, inutile nasconderselo. Ma è meno complicato e meno frustrante andarli a cercare con le idee chiare e con una famiglia compatta. Non c’è una scadenza e una fine per questo sforzo, ci prenderemo tutto il tempo che serve. Ma abbiamo cominciato. Non c’è più tempo da perdere. Per sua natura, “casAutismo” avrà porte e finestre spalancate. Sarà sempre aperta. In entrata e in uscita. Soprattutto in entrata: chiunque abbia qualcosa da dire e da dare sarà accolto a braccia aperte. All’ingresso, saranno richiesti soltanto pochi requisiti essenziali: l’amore e il rispetto per i nostri ragazzi. Tutto il resto verrà di conseguenza.
“casAutismo”, associazione senza scopo di lucro; piazza S.Antonio 34 - Bergamo tel. 035 232761 e-mail: casautismobg@gmail.com; CF (5 per mille): 95219390168 IBAN (per donazioni): IT86K0503411141000000010573