Bar, Caffe e Caffetterie
Può essere il bar Mario, di Ligabue, oppure quello dove si ritrovavano i quattro amici di Gino Paoli, o, ancora, il bar sotto il mare di Stefano Benni, luogo frequentato da personaggi improbabili protagonisti di racconti altrettanto poco comuni. Ma anche il Liberty Bar, dove Georges Simenon fece risolvere al suo Maigret una delle sue tante indagini, o, ancora, il bar Margherita, luogo sognato dal giovane Taddeo nel film di Pupi Avati. Ogni italiano, probabilmente ogni persona del mondo occidentale, è cliente di un bar nel quale può entrare, dare del tu al gestore e agli altri avventori ed essere sicuro di poter bere quello che desidera dopo aver detto la fatidica frase: “il solito”. Ma se, fino a qualche decennio fa, i bar erano territorio riservato quasi esclusivamente agli uomini, che fra caffè e sigarette potevano dedicarsi alle carte e al biliardo lontani dagli assilli familiari, adesso ogni connotazione sessista è stata abbandonata. Il bar è il luogo dove i bambini fanno merenda con le mamme, dove le coppie di pensionati fanno colazione, spesso la seconda, dopo che bancari e impiegati hanno ingurgitato i loro cappuccini e le loro brioche prima di entrare in ufficio, dove i giovani e single impenitenti consumano aperitivi più o meno alcolici per preparare adeguatamente una serata. E dove, sempre più spesso, i lavoratori passano la loro pausa pranzo fra piatti caldi, panini ripieni di tutto e insalate giganti. Il luogo di incontro per eccellenza (come accade per quello che è forse il locale più celebre di Bergamo, il Caffè del Tasso in piazza Vecchia, nel cuore di Città alta, aperto da secoli…) che si è evoluto per allargare il giro della sua clientela. Un po’ circolo, un po’ ristorante. Ma sempre e comunque bar e sempre con un protagonista assoluto: il caffè, bevanda cult per gli italiani, da bere ristretto e senza zucchero (per i veri intenditori), oppure lungo, americano, decaffeinato, marocchino… A patto che sia un ottimo caffè, una miscela preparata da i gradi cultori di questa bevanda. Come Sergio Ravasio, fondatore nel 1989 della Esserre, torrefazione con sede oggi a Brusaporto che in 20 anni di attività è diventata il punto di riferimento per i più grandi intenditori di caffé: a cominciare da oltre 500 titolari di bar in Italia, ma anche in Arabia, Russia, Giappone, Taiwan…