Marino Rossi, l’artista che affascinò la principessa

L’esempio a cui si è sempre ispirato, il suo “idolo”, come amava dire, che aveva scelto come maestro fin da ragazzino, imparando i segreti dell’intaglio del legno “leggendoli” direttamente da antichi capolavori, è stato Andrea Fantoni. E c’è chi è pronto a giurare che se l’esponente più di spicco della famiglia bergamasca che fra la fine del 1600 e l’inizio del 1700 ha creato straordinari capolavori della scultura lignea fosse vissuto ai giorni nostri, avrebbe sicuramente preso a bottega quell’allievo” nato un paio di secoli più tardi. Un allievo capace di modellare delle tavole di legno, per poi dipingere quei bassorilievi con colori acrilici, creando  quadri unici, capaci di offrire prospettive immaginabili solo per i più grandi “maghi del computer”, ma soprattutto capaci di far provare emozioni profondissime. Come quelle pronte a emergere, a ogni sguardo , dal  grande bassorilievo  che raffigura l’ingresso del canal Grande per il quale Marino Angelo Rossi, si è ispirato ai dipinti del Canaletto. La più grande fra le opere esposte in via Pignolo aBassa a Bergamo, a pochi passi da piazzetta Santo Spirito,  in uno dei borghi più affascinanti della “città bassa” nella piccola “bottega delle meraviglie” gestita, dopo la scomparsa dell’artista, dalla moglie Anna, e dove, a poca distanza da un incredibile tavolino realizzato con pezzi d’aereo, a dimostrazione di una versatilità artistica senza confini, sono in mostra altri due splendidi  scorci della città della Serenissima, che sembrano fare “da cornice ” a una fotografia di Marino Angelo Rossi in compagnia della principessa Charlene di Monaco  davanti a un’altra fantastica opera dell’intagliatore bergamasco capace di affascinare immediatamente anche la “principessa triste”: un “omaggio a tutto tondo” a Venezia, con intagliati, a cesello, sul lato destro i palazzi e i monumenti più importanti e caratteristici della sponda di destra del Canal Grande e sul lato sinistro quelli della sponda opposta. E con al centro due innamorati sul ponte di Rialto incorniciati dal rosone in stilo gotico-floreale della cattedrale di San Marco. Un’opera scelta dall’Ambasciata d’Italia nel Principato di Monaco sotto l’alto patronato del Principe Alberto II e del presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella  “per rappresentare le eccellenze italiane al “Mese della cultura e della lingua Iialiana”organizzato a Montecarlo, come ricorda con orgoglio misto a commozione la moglie. che confessa, non avrebbe smesso mai di guardare e riguardare quel “cerchio magico”, così come del resto il grande bassorilievo in cui svetta la basilica di Santa Maria della Salute, una delle migliori espressioni dell’architettura barocca-veneziana con la grande cupola semisferica e le raffinate volute a spirale stabilizzate da statue, con il canale che brulica di imbarcazioni; a bordo delle  i marinai si mostrano in un significativo campionario di pose e gesti. Il tutto sotto un cielo solcato da alcune innocue nuvole, anch’esse rese con grande leggerezza e con il tipico tocco dell’artista “capace di trasmettere un’incredibile  tridimensionalità all’opera” come sottolinea il figlio dell’artista, Davide, che dal padre ha ereditato un’altra arte, quella della musica.  Un vero gioiello di tecnica scultorea e pittorica , realizzata da un artista tanto straordinario quanto umile, intimidito e quasi imbarazzato sotto i riflettori  per poi tornare tranquillo e soprattutto felice al suo bancone di lavoro, prpntop a metytersi alla prova con qualsiasi idea, con qualsiasi materiale. Come faceva da ragazzino quando, come ha raccontato in una delle pochissime interviste che aveva accettato di fare, gli bastava “un pezzo di fil di ferro, un pezzo di legno per costruire di tutto, compresi i giocattoli che, aveva ricordato riannodando i ricordi di un’infanzia non facilissima economicamente, si era sempre costruito  da solo. ” Perché i miei amici avevano le pistole e allora io prendevo un pezzo di legno e lo intagliavo prendendo spunto dai fumetti di Tex Willer e realizzavo pistole e fucili”. Dimostrando fin da piccolo un’abilità unica destinata a portarlo, da adulto, ad avere “la possibilità di lavorare anche su dei confessionali di Andrea Fantoni e anche su un altare di Gioioso Fantoni,”. Esponenti  di una delle botteghe di “artisti del legno” più  straordinarie di sempre. Dove Marino Angelo Rossi, se fosse nato qualche secolo prima, sarebbe sicuramente  stato scelto come apprendista, nell’epoca d’oro della Serenissima che tre secoli più tardi l’artista bergamasco ha saputo intagliare e dipingere come nessun altro. Come testimoniano le tre opere in vendita nella sua antica bottega incantata. Info: 339 4991035. Testo pubblicato su gentile consessione di mareonline.it

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