Predore, le terme riemerse dall’antica Roma

L’acqua considerata non solo come nutrimento di ogni forma di vita ma anche come strumento che favorisce la rigenerazione di corpo e mente, il rilassamento e la salute. Una tendenza estremamente moderna, che vede nelle strutture termali e nelle cosiddette Spa (sigla che sta in questo caso non per Società per Azioni ma per Salus per Aquam) i templi del benessere conseguibile attraverso l’acqua. Si tratta della rivisitazione di una pratica ben nota agli antichi romani che intuirono ogni potenzialità di questa preziosa risorsa tanto da riconoscere, oggi, che il grande Impero romano fu per eccellenza la civiltà dell’acqua. La bella storia d’amore tra i romani e l’acqua, ha lasciato una preziosa traccia di sé in una località della bergamasca dove questo elemento abbonda e caratterizza l’ambiente circostante. Si tratta di Predore, un piccolo paese che conta poco meno di 2000 abitanti, adagiato sulle rive della sponda occidentale del lago d'Iseo.

Gli scavi per un cantiere edile hanno permesso di scoprire il tesoro sepolto

L’esistenza nel suo sottosuolo di un grosso edificio di età romana era nota da tempo grazie a una serie di ritrovamenti, i primi dei quali risalenti al secolo scorso, che avevano portato in luce porzioni di murature e parti di pavimentazioni a mosaico. Furono gli scavi effettuati nel 2003 in occasione di un intervento edile, a portare alla luce reperti incredibili, che fecero immediatamente intuire la grandezza del sito che era rimasto sepolto per 2000 anni.

La splendida villa romana su un'area di 15000 metri quadrati...

Si proseguì quindi con analisi più approfondite fino a poter dichiarare che ciò che Predore custodì, ignaro, per secoli, fu una splendida villa romana di notevoli dimensioni (circa 15000 metri quadrati) che vantava una zona termale di tutto rispetto. Con il termine ‘villa’ sono da intendersi, in epoca romana, gli edifici situati nelle campagne, legati quindi a vasti possedimenti e a una vita rurale. Nella pianura bergamasca sono presenti resti di strutture di questo genere, legate prevalentemente alla produzione di cereali e erbe foraggere, oltre che all’allevamento. La villa di Predore sembra allontanarsi da questo modello in quanto situata in un centro abitato. Immerso in un paesaggio selvaggio di particolare pregio, potrebbe essere stato scelto come luogo di villeggiatura dal Console Marco Nonio Arrio Cuciano (201 d.C.), come si evince da un’epigrafe votiva, incisa su un’ara dedicata a Diana, ritrovata nel XVIII secolo e oggi esposta al Museo Archeologico del capoluogo.  Il culto della dea Diana era legato alla natura, ai boschi e alla caccia per cui si intuisce che Predore fosse anche un apprezzato luogo per esercitare attività venatoria . Curioso anche il ritrovamento di un grosso mattone con graffiti che riporta una frase dal significato tutt'ora oscuro, con riferimenti al dio Nettuno e alle acque. La fase più antica del sito è datata al I sec. d.C., ma le strutture dell’impianto termale risalgono alla fase successiva, che, sulla base dei materiali rinvenuti, in particolare dei mosaici, è databile al II secolo d.C.. La terza fase, databile al II-III sec. d.C., è quella meglio documentata e anche quella che sembra essere stata interessata dagli interventi architettonici più consistenti, probabilmente in concomitanza con la decisione di adibire questa parte della villa a zona termale. È proprio l’impianto termale la parte della villa meglio conservata tanto da poter oggi osservarne l’intera struttura.

... offriva piscine con acqua calda e fredda impreziosite da mosaici e sculture

Gli ambienti dotati di riscaldamento erano quattro, serviti da un unico praefurnium (locale per il riscaldamento dell’acqua) mentre dei pavimenti riscaldati si sono conservate le suspensurae (piccoli pilastri di sostegno che creavano l’intercapedine per la circolazione di aria calda) e il piano-base. Sono individuabili il tepidarium (la piscina tiepida), il frigidarium (la piscina fredda) ed una vasca di cinque metri per dieci, profonda un metro e rivestita di lastre squadrate di pietra bianca locale. I vari ambienti, decorati con mosaici e abbelliti da statue e da sculture, dovevano risultare estremamente gradevoli, eleganti e lussuosi. Per un ricco cittadino romano offrire una tale struttura alla popolazione era considerato come il simbolo per eccellenza del successo economico. Alle terme poteva avere accesso quasi chiunque, donne e uomini di qualsiasi classe sociale ma, nel caso di Predore, trattandosi di una struttura per lo svago e la villeggiatura, si può immaginare un target di fruitori piuttosto ristretto ed elitario. Per i romani dell’epoca recarsi alle terme rappresentava un’esigenza quotidiana. Il culto del corpo e la socializzazione erano alla base della società dell’Impero romano. Un ciclo termale iniziava con una sessione di attività sportiva seguita dall’accesso ai bagni attraverso tre stanze, partendo da quella con l'acqua più tiepida fino a quella con l'acqua più calda: nel tepidarium, la stanza più grande e lussuosa, si rimaneva circa un'ora e ci si ungeva con oli profumati; nel calidarium, costituito da stanze più piccole la temperatura saliva e preparava il corpo per il  laconicum , la stanza finale, riscaldata con aria secca ad altissima temperatura. Dopo la pulizia del corpo e i massaggi, spesso eseguiti da schiavi, una nuotata nella piscina del frigidarium permetteva al corpo di ritrovare la giusta temperatura. In tarda epoca cristiana, forse per l'eccessivo costo di manutenzione, forse per i mutati costumi che tendevano a non accentrare nelle terme gran parte della vita sociale, esse vennero progressivamente abbandonate e lo stesso triste destino toccò anche al sito di Predore.

Il funzionamento delle terme è raccontato da una ricostruzione dell'impianto

Nel 2012 è stato inaugurato il museo dell’area archeologica in modo da rendere fruibile al pubblico ciò che rimane dell’antico impianto termale. Accanto al sito è stata allestita una stanza-museo nella quale sono esposti i ritrovamenti archeologici più significativi come pezzi di pavimenti in mosaico, monete, numerosi frammenti di stucco decorato e di intonaci dipinti (motivi floreali su sfondo rosso, motivi vegetali, cornici, ecc.). Sono inoltre visibili la tavola in laterizio con le incisioni che citano il dio Nettuno e una ricostruzione del funzionamento dell’impianto di riscaldamento del pavimento. Per le visite al sito è necessario contattare la Pro loco di Predore. Info: prolocopredore.turismoeventi.it

Testo realizzato da Elisabetta Longhi per www.ilmadeinbergamo.it. Le foto sono pubblicate su gentile concessione della  “Pro loco di Predore.

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