Il tempo, si sa, è prezioso. Nella diagnosi di una malattia lo è ancora di più, può essere addirittura vitale. Lo sanno meglio di chiunque altro i medici. Ma lo sanno benissimo anche i responsabili della Fai (Federazione autotrasportatori italiani) di Bergamo capaci di far partire (e soprattutto di far arrivare al traguardo a tempo di record) una campagna di raccolta fondi per consentire all’equipe di emato-oncologia pediatrica dell'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, guidata dal responsabile Massimo Provenzi, di dotare il reparto (che ogni anno si trova ad affrontare circa 50 nuovi casi di neoplasie pediatriche e leucemie) di una nuova apparecchiatura. Per l'esattezza una Digital pathology, “tecnologia che sta rivoluzionando il modo in cui vengono analizzati i tessuti biologici in ambito medico”, come ha spiegato Massimo Provenzi, “consentendo di non osservare più i campioni al microscopio, ma di scannerizzare ad alta risoluzione i vetrini e trasformarli in immagini digitali visualizzabili su computer, analizzate con software avanzati e soprattutto condivise tra specialisti in tutto il mondo, per avere consulti incrociati e arrivare alla diagnosi corretta, soprattutto nei casi più complicati, in tempo reale . E il tempo rappresenta un fattore vitale nella diagnosi e nella cura”. Uno strumento di diagnosi preziosissimo che fino a oggi, con i bilanci ospedalieri da far quadrare, era rimasto (complice anche il costo, 50mila euro) solo nei sogni di Massimo Provenzi e della sua equipe ma che all'improvviso si è trasformato in una splendida realtà grazie alla generosità di molti imprenditori alla guida di imprese associate alla Fai che ha permesso di raccogliere l’intera cifra necessaria. “Un risultato straordinario, emozionante, perché aiutare è sempre bellissimo ma aiutare piccolissimi pazienti colpiti da gravi malattie lo è ancora di più”, come hanno affermato Giuseppe Cristinelli e Paolo Soprani, rispettivamente presidenti della Fai bergamasca e del neonato Comitato giovani imprenditori della Fai protagonista dell'iniziativa, commentando quella che Massimo Provenzi non ha esitato a definire una “straordinaria sorpresa”. “Sono rimasto quasi senza parole di fronte alla generosità del mondo dell'autotrasporto oltre che alla capacità operativa dimostrata dall' “equipe” della Fai che ha guidato il progetto per questa iniziativa benefica: ho incontrato in ospedale per la prima volta Maura Baraldi, direttrice, e Mattia Baldis vicesegretario per illustrare loro il progetto e neppure 10 giorni dopo sono stati avvisato che l'obiettivo era stato raggiunto”, ha affermato il responsabile del reparto di emato-oncologia pediatrica dell'ospedale Papa Giovanni XXIII dal palco dell'area Feste “Il Tiro” di Martinengo che il 31 agosto ha ospitato l'edizione 2025 di “Miss Bagaglino”,evento ideato 18 anni fa dal presidente Gian Bassani – l'uomo che ha fatto conoscere Massimo Provenzi e la dirigenza Fai - proprio per sostenere l'attività del reparto dedicato ai piccoli pazienti colpiti da gravi malattie. Una tre giorni (che ha il suo momento più importante nell'elezione di Miss Bagaglino) diventata quest'anno “maggiorenne” con la festa migliore che si potesse immaginare, salutata da oltre tremila partecipanti, visto che all'importante cifra già raccolta come ogni anno dall'associazione benefica “Il Bagaglino”, si è aggiunta la straordinaria donazione resa possibile dal lavoro dell'equipe della Fai di Bergamo e dalla generosità di tantissimi associati. “Non appena sarà possibile disporre della nuova apparecchiatura aspetto i nuovi amici della Fai in reparto” ha concluso Massimo Provenzi dal palco dando appuntamento per un nuovo incontro destinato a far comprendere ai donatori ancora più a fondo la straordinaria importanza del d”regalo” fatto all'ospedale Papa Giovanni XXIII e, soprattutto, ai tanti piccoli pazienti, comprese bambine per le quali Massimo Provenzi ha già in mente una nuova iniziativa. Obiettivo:”asportare da giovanissime pazienti un pezzetto di tessuto ovarico e congelarlo per preservarlo e consentire, una volta reimpiantato in futuro, una normale funzione ovarica e della fertilità”. Perché tante piccola ammalate di oggi possano diventare, un domani, “normalissime” e felicissime mamme.

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