Marchesi, il panificio che sforna capolavori di bontà

Una famosa leggenda narra che il panettone sia nato per uno sbaglio. Un meraviglioso errore, destinato a fare nei secoli la gioia di moltissimi buongustai, compiuto per l'esattezza da uno dei cuochi al servizio di Ludovico Maria Sforza (meglio conosciuto come Ludovico il Moro, signore di Milano sei secoli fa) che alla vigilia di Natale, indaffaratissimo nel preparare un sontuoso banchetto, avrebbe bruciato inavvertitamente il dolce scelto per l'occasione. Un autentico disastro “sistemato” grazie a uno sguattero di nome Toni che utilizzando un panetto di lievito che aveva tenuto da parte per il giorno seguente e lavorandolo con farina, uova, uvetta, canditi e zucchero, avrebbe in ventato una nuova ricetta talmente apprezzata dalla famiglia Sforza da chiamarlo “pan di Toni”, diventato poi “panettone”. Nessuno sbaglio, ma anzi la perfezione assoluta nel prepararlo, ha permesso invece, sei secoli più tardi, a uno straordinario “artigiano dell'impasto” (di pane oltre che di dolci) di realizzare un panettone semplicemente straordinario, al punto da essere premiato al Ristorante di Carlo Cracco in Galleria Vittorio Emanuele II a Milano, in occasione del concorso Panettone Day, come il migliore della Lombardia e tra i primi cinque  panettoni più buoni d’Italia nella categoria “panettone tradizionale artigianale”. Un riconoscimento che ha “fatto lievitare” alle stelle l'orgoglio degli eredi dell'inventore di questo dolce (chiunque sia stato, considerato che la leggenda della cena offerta dalla famiglia Sforza non è la sola a essere stata tramandata): i titolari del Panificio Marchesi di via Borgo palazzo a Bergamo, da 60 anni insostituibile punto di riferimento per gli amanti dei migliori prodotti da forno, puntualmente acceso con il passare del tempo da tre generazioni che si sono “ passate il testimone  nell’aprire il laboratorio ogni mattina, cominciando a impastare, infornare e sfornare”, come si legge sul sito dove vengono presentate le diverse “varianti” di panettone proposte: tradizionale, al cioccolato fondente; alle pere con cioccolato fondente, ai marron glacé, al lampone e cioccolato bianco, alla mela e cannella, con le pesche, alle ciliegie amarenate. Veri e propri capolavori dell'arte dolciaria frutto di anni di lavoro e ricerca, due "ingredienti "immancabili nella “ricetta del lavoro quotidiano” di Silvano Marchesi, il maestro dei panettoni, e seguita dai suoi “allievi, primo fra tutti Roberto, il nipote oggi in prima fila davanti agli impasti e al forno per tramandare la tradizione. Che però, spiega, “ non significa fare le stesse cose sempre allo stesso modo, ma cambiare secondo l’impronta dei valori in cui crediamo e che fanno parte di noi. Perché la tradizione non consiste nel mantenere le ceneri, ma nel mantenere viva una fiamma.” Una fiamma, quella del forno Marchesi,  che per decenni ha continuamente mantenuta accesa l'attenzione della clientela sulla qualità dei  suoi prodotti, fino a far accendere anche i riflettori di un concorso nazionale dove il “panettone made in Bergamo” ha recitato un ruolo da protagonista assoluto. Pronto a continuare a farlo, rifacendosi alla tradizione ma apportando ogni volta piccoli perfezionamenti. A volte tanto piccoli da apparire impercettibili se non fosse che il palato li percepisce, eccome ogni volta, facendo confessare, a ogni Natale, a moltissimi clienti che questo “è il miglior panettone Marchesi di sempre”. Ma solo fino al prossimo Natale... Per informazioni e ordini: telefono 035-225302, e mail: info@panificiomarchesi.it

1 Risposta

  1. Il panettone di Marchesi e quello di Cerea sono i miei due preferiti in assoluto.

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