Trasformare il ferro in oro: un sogno che per secoli gli antichi alchimisti hanno inseguito. Un sogno che a Schilpario, in alta Valle Seriana, provincia di Bergamo, i responsabili delle visite guidate delle antiche miniere di ferro hanno trasformato in realtà, senza neppure dover far ricorso alla pietra filosofale: trasformando ogni visita nelle viscere della terra, dove una volta veniva estratto il metallo, in esperienze impagabili. Regalando ai visitatori emozioni destinate a essere custodite come le cose più preziose nella propria memoria. Emozioni che è possibile provare solo in quei luoghi, a ridosso delle montagne, che custodiscono mondi ormai “scomparsi”: come quello delle gallerie una volta popolate da minatori e oggi percorse dai turisti desiderosi di viaggiare nel tempo. Un po' come nel film Stargate, la Porta delle stelle, capace di far viaggiare dal futuro più lontano all'antico Egitto, attraversando quasi 8000 anni. I tempi qui sono decisamente più ridotti, al posto della sabbia lci sono verdissimi prati e boschi di conifere, ma il viaggio nel tempo è assicurato: basta varcare uno degli squarci che si aprono nelle pareti di roccia a pochi chilometri dal paese, lungo la strada che porta al Passo del Vivione, quota 1828, raggiunto facilmente seguendo i cartelli stradali che portano, senza bisogno di diavolerie tecnologiche satellitari, direttamente verso il Parco minerario ingegner Andrea Bonicelli, il luogo che per moltissimi anni è stato il fulcro dell'economia della zona.
I VECCHI VAGONI MINERARI VI CONFERMANO CHE SIETE SULLA STRADA GIUSTA
Capire di non aver sbagliato strada non è difficile vista la presenza di classici vagoni minerari, quelli presenti in ogni film del secondo millennio sull'argomento, e di alcune casette in legno che ospitano la biglietteria, l'immancabile negozio di souvenir e l'altrettanto immancabile punto ristoro. La località si chiama Fondi, è in mezzo al quasi nulla, eppure è uno dei luoghi che hanno rappresentato il fulcro della vita della Val di Scalve dai tempi lontani. E non si parla solamente dell'epoca romana. Già i Camuni sfruttavano i giacimenti ferrosi della valle, giacimenti diventati, nel tempo, fonte di guadagno e di indipendenza economica e, nei tempi in cui le due cose erano collegate, anche di indipendenza politica. Un'attività estrattiva che è giunta definitivamente al capolinea negli anni Settanta con le miniere che sono state trasformate, nel 1988, in un parco minerario destinato al recupero delle tradizioni e dei ricordi.
LA VISITA PARTE DAI VECCHI FORNI DI PRECOTTURA DEL FERRO
A Fondi, nei periodi d'oro delle miniere, un tempo si trovavano i forni di precottura del ferro. È da lì che parte la visita alle miniere, 60 chilometri di tunnel e cunicoli all'interno dei quali si sono avvicendate generazioni di minatori.
TRE PERCORSI SCAVATI SOTTOTERRA SONO ANCORA VISITABILI
Dei 60 chilometri del complesso minerario, è possibile visitarne solamente una piccola parte, quattro per l'esattezza, attrezzati con illuminazione elettrica, documentazione fotografica d'epoca, oggettistica che ricordano il lavoro del minatore. Un viaggio non lunghissimo la ugualmente fantastico, attraverso tre percorsi visitabili in sotterraneo: il gruppo di miniere denominate Stentada-Bèrbera, Spiazzo-Gaffione e il cantiere Gaffiona. Il percorso esterno invece è denominato Sentiero delle miniere.
E' POSSIBILE VEDERE ANCHE IL PRODOTTO USCITO DA UN MAGLIO DEL 1800
E l’escursione al Parco minerario non si esaurisce solo con la visita ai sotterranei, ma offre la possibilità di vedere all’opera il lavoro prodotto da un maglio dell’Ottocento. Come si conviene, prima di entrare nei cunicoli bisogna indossare caschetto e mantellina impermeabile. Nello squarcio spazio temporale si entra a bordo di un trenino fatto con gli antichi vagoni utilizzati nella miniera. Pochi minuti e il rumore del mondo esterno scompare, assorbito dalle pareti della montagna.
IL TRENINO VIAGGIA FRA ECHI, RIMBOMBI, CIGOLII E GOCCIOLAMENTI
Si entra in un universo tutto nuovo, fatto di eco, rimbombi, cigolii e gocciolamenti. Il cuore della montagna batte con rumori tutti suoi e annichilisce i sensi. Il silenzio e il buio sono totali e sui binari percorsi dai vagoni viaggia anche l'immaginazione. La mente non può non correre, sospinta dai racconti di guide esperte e vecchi minatori, verso immagini di giovanissimi costretti a muoversi velocemente negli angusti tracciati sotterranei e di minatori provati da condizioni lavorative al limite dell'umana sopportazione. Quanto il trenino si ferma, inizia la visita pedonale, che si snoda attraverso un percorso lungo il quale scorre anche un ruscello. Il percorso non presenta insidie particolari, ma l'umidità è notevole e c'è la possibilità di scivolare. Scarpe comode e dotate di grip notevole, quindi, sono obbligatorie, così come un abbigliamento non troppo leggero visto che il mercurio del termometro, sotto la montagna, non si schioda dalla linea degli 8 gradi centigradi. Nei mesi di luglio e agosto il Parco minerario è aperto dalle 9 alle 12 e dalle 13,30 alle 17,30; nei mesi di maggio, giugno e settembre l'apertura è limitata ai giorni festivi e prefestivi. La visita alla miniera dura un'ora e mezza circa. Per info: signor Anselmo, 347 8163286.
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E’ consigliabile anche a chi soffre di una leggera claustrofobia? (molto leggera a dire la verità). Nel caso desse problemi è facile e rapido uscire? Grazie