Fiori recisi, tutti leggono la veterinaria scrittrice

La “foto di presentazione” del suo romanzo è decisamente intrigante, con un simpatico cane che non ha esitato a infilarsi un paio d'occhiali per approntarsi alla lettura. Ma è anche una fotografia che riassume alla perfezione la “storia” dell'autrice: già, perché Scilla Salvi,  scrittrice bergamasca approdata in libreria con il suo romanzo d’esordio, dal titolo Fiori recisi - Storia di un’aspirante suicida (Scatole Parlanti, febbraio 2023), è veterinaria. Per la precisione direttrice di due cliniche veterinarie  "Ca Zampa", di Bergamo e Treviglio,  professione straordinariamente impegnativa, soprattutto per una come lei perennemente in prima linea in caso di emergenze, abituata a sentirsi chiamare a ogni ora del giorno e della notte per precipitarsi in sala operatoria, ma che non le ha impedito di trovare il tempo per scrivere la storia di Stella, la protagonista del romanzo, “la cui vita  è cambiata per sempre, da quando il legame con i suoi genitori si è spezzato. Rendendola un “fiore reciso, privato della sua linfa vitale e destinato a deperire, senza amici,  se non immaginari e senza  amori, se non sbagliati, ma soprattutto  senza una famiglia, di cui esiste solamente uno sbiadito surrogato”, come esordisce, presentando la sua prima “fatica letteraria”, la veterinaria scrittrice, limitandosi ad anticipare (per non svelare troppo) che “ sarà un incontro apparentemente casuale a portare la protagonista ad affrontare i propri demoni, tra gli incerti confini del suo equilibrio mentale”. Confini incerti mentre è certissimo, invece, oltre che alto, il gradimento immediatamente riscontrato dal romanzo che ha fatto vincere a Scilla Salvi  il premio come miglior autore drammatico al Festival dell’autore, concorso letterario organizzato sul canale Instagram, e che  soprattutto  l'ha resa particolarmente orgogliosa  dopo aver ricevuto “una menzione d’onore al prestigioso concorso letterario Argentario & Premio Caravaggio 2023, per la sezione “emozioni”. Un primo importantissimo biglietto da visita per “l'opera prima” ( acquistabile in tutte le librerie e negli store online, dove si può trovare anche nella versione e-book e protagonista di diversi eventi di presentazione fra cui quello in calendario  l’11 novembre alla libreria Ubik al centro commerciale Le Due Torri di Stezzano e quello del 30 novembre alle 17.30 alla  biblioteca Tiraboschi di Bergamo, dove a presentare  Fiori Recisi insieme ci sarà anche  una psicologa che aiuterà a capire meglio i risvolti psicologici del romanzo) che l'autrice definisce”un romanzo di formazione e un thriller psicologico. E’ la storia di una ragazza spezzata, che da bambina viene abbandonata dai genitori e cresce in una famiglia diversa, in una casa bellissima, ma priva di ogni più basica forma d’amore”, racconta Scilla Salvi. La storia “degli anni dell'infanzia in cui iniziano i suoi problemi e in cui, per colmare il profondo senso di solitudine che la divora, finisce per crearsi degli amici immaginari.”. Una storia che prosegue “ritrovando poi una giovane donna senza punti fermi, con una dipendenza dall’alcol, che sembra vagare in una vita senza meta. Fino a quando i ricordi di un abuso subito traboccano dalla sua memoria e inizierà a dibattersi come una mosca sul vetro, per raggiungere una verità che sembra sfuggirle, e che forse sarebbe meglio non scoprire mai”. Un mix  ingredienti emozionali, psicologici e anche misteriosi… “Si, lo definirei un romanzo di formazione e un thriller psicologico. Il romanzo scritto in prima persona, dove “ il punto di vista è quello di Stella, che scoprirà di non essere solo vittima di sé stessa, della sua fragilità e delle sue scelte sbagliate: nella storia ci sono altri personaggi, altri fiori recisi, lupi travestiti da pecore, che cercheranno di trascinarla a fondo” E a chi, colpito dal sottotitolo “Storia di un’aspirante suicida” le chiede perché qualcuno dovrebbe ambire a togliersi la vita, Scilla Salvi risponde che “il  suicidio è un tema che mi ha sempre colpita molto, suscitandomi angoscia, ma al tempo stesso riflessione. Cosa porta una persona a credere che togliersi la vita sia la soluzione? E’ sempre un atto deprecabile o talvolta diventa qualcosa di plausibile, addirittura necessario? Ho provato a rispondere a queste domande, immaginando la storia di Stella” Una storia che i numerosi lettori che hanno già acquistato il romanzo, hanno spesso coperto di commenti positivi, addirittura entusiastici” . Gli aggettivi che mi sento ripetere più frequentemente sono: scorrevole, ben scritto, emozionante e inaspettato”, sottolinea la veterinaria scrittrice, spiegando che “l’ambientazione bergamasca è  stata molto gradita” e che “a descrizione di luoghi familiari è risultata un punto di forza in più”.  Rendendo ancora più orgogliosa del proprio debutto in libreria l'autrice che invitata a “raccontare se stessa” si definisce “una mamma e una moglie lavoratrice, con poco tempo libero, ma mille idee per riempirlo, nella vita  medico veterinario, con principali “pazienti” cani e gatti  che oltre che per la  scrittura  nutre una profonda passione anche per la fotografia, il teatro, la buona cucina, e i viaggi, che mi diverto a organizzare”.  Passioni spesso nate prestissimo, da studentessa. Come avvenuto per la scrittura, con la “voglia di scrivere nata “quando frequentavo la scuola dell’obbligo manifestando un certo talento per la scrittura. Ricordo i complimenti delle insegnanti e l’esortazione a proseguire gli studi in ambito letterario. Tuttavia, avevo anche la passione per gli animali e così ho deciso di seguire quel sogno, iscrivendomi al  liceo scientifico e all’Università di Medicina veterinaria. Poi arrivarono il master in Oncologia veterinaria e numerose altre esperienze di studio e lavoro, anche all’estero, che da un lato mi hanno perfezionato come medico, ma dall’altro mi hanno allontanata dalla parte più creativa di me. A trent’anni avevo una carriera già ben avviata, ma sentivo che mi mancava qualcosa. Così, ho fatto corsi di fotografia e teatro, calcando il palcoscenico in diversi spettacoli, e ho dato nutrimento alla parte artistica che avevo accantonato. Da buona divoratrice di libri, in maniera tanto naturale quanto fine a sé stessa, a un certo punto, mi sono messa a scrivere  avere in mente, confessa Scilla Salvi, una storia precisa. “Più che la storia, avevo in mente il personaggio: è nata prima Stella, la protagonista del romanzo, una giovane donna con disturbi della personalità borderline, e poi il resto. Ho voluto raccontare cosa può capitare nell’animo e nella mente di una persona che vive un’infanzia infelice. Che adulto può diventare un bambino abusato”. Temi che potrebbero far pensare che nel romanzo possa esserci qualcosa di autobiografico., mentre così non è. “Fiori Recisi non è un romanzo autobiografico e credo che per questo motivo la storia risulti fruibile senza mai diventare ridondante; ho potuto affrontare certi temi proprio perché non ci sono dentro personalmente. Tuttavia, sono sempre stata un’anima empatica e sociale. Ho conosciuto persone diverse, ho intrecciato relazioni e profonde amicizie, ho viaggiato molto e ho trascorso periodi di studio lontano da casa, aprendomi a scenari sociali diversi. Credo che ognuno di loro, ogni persona che abbia toccato la mia vita, in piccola o grande misura, sia nel romanzo. Non si riconosceranno, non sapranno di avermi ispirata un personaggio o una frase, magari solo un dettaglio, ma hanno tutti lasciato una piccola traccia. In questo senso, di me, nel mio romanzo, c’è tutto” Un “tutto  capace di “miscelare “, grazie anche  “al  teatro che  mi ha insegnato la costruzione del personaggio e l’immedesimazione, attraverso il metodo Stanislanskij.” E senza dimenticare  “le  ricerche fatte sull'argomento” con l'obiettivo di scrivere qualcosa di importante lanciando un messaggio ai lettori: “Nel romanzo uso la metafora delle api: quando nascono, questi insetti sono tutti uguali tra loro. Non ci sono differenze tra la larva che diventerà regina e quella che diventerà operaia, eppure la prima sarà un adulto di dimensioni almeno doppie, vivrà molto più a lungo e potrà riprodursi. Cosa le porta, dunque, a evolversi in maniera così diversa? E’ il nutrimento a determinarle. Il nutrimento che viene loro somministrato allo stato larvale: una riceve la pappa reale, l’altra una miscela di polline e miele. Parafrasando, chiunque può diventare un’ape regina, se riceve il giusto nutrimento affettivo durante l’infanzia”. Solo il tempo dirà se la scrittrice veterinaria diventerà un'ape regina in quegli alveari popolati di volumi che si chiamano librerie (fisiche e “virtuali”), in un mondo nel quale, conclude Scilla Salvi “il  principale  problema di un autore esordiente è che non ha un pubblico di lettori e per il mercato è poco appetibile, dove per un libraio è molto più commerciabile l’ultimo libro del noto calciatore o dell’influencer di turno e, in una società in cui si leggono sempre meno anche gli autori più noti, per gli emergenti la strada è davvero in salita) Di certo il nutrimento che ha ricevuto è ottimo visto che, appena finito di stampare il primo romanzo (frutto anche della capacità di non lasciarsi scoraggiare anche perché i librai che lavorano con passione e sono aperti alle nuove proposte ci sono ancora, come Stefano, della Libreria Legami in Piazza Pontida, che dopo aver letto e apprezzato Fiori Recisi ha deciso di ordinarlo e tenerlo a scaffale tra gli autori più famosi, oc Come Roberto, della libreria Ubik, che mi accoglierà anche per il firma copie, o ancora .come Viviana della libreria Booklet Magenta, che ha una vetrina apposita per gli autori emergenti) Scilla Salvi si è messa subito al lavoro per un nuovo  romanzo, per ora top secret. Ma con alcune anticipazioni che potrebbero a breve fare capolino magari sui social. Dove appare anche uno dei “pazienti” della veterinaria, il cane scelto per la copertina del libro. Con tanto di occhiali inforcati sul naso per iniziare  la lettura.  Con la certezza che quel racconto è stato scritto da una “brava”, mica sa un cane di scrittore... Fiori Recisi può essere acquistato direttamente al link:

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