“Ho giurato di non stare mai in silenzio, in qualunque luogo e in qualunque situazione in cui degli esseri umani siano costretti a subire sofferenze e umiliazioni. Dobbiamo sempre schierarci. La neutralità favorisce l’oppressore, mai la vittima. Il silenzio aiuta il carnefice, mai il torturato”. La frase di Elie Wiesel, scrittore e attivista per i diritti umani sopravvissuto ai campi di concentramento di Auschwitz e Buchenwald, premio Nobel per la pace nel 1986 come “messaggero per l'umanità”, è un messaggio che si adatta alla perfezione per “raccontare” lo Sportello pubblico contro la violenza sulle donne di Bergamo (parte della R.I.T.A., la Rete interistituzionale territoriale antiviolenza che, attraverso la collaborazione di enti pubblici e privati, mira a prevenire, anche attraverso iniziative di sensibilizzazione e contrastare il fenomeno della violenza contro le donne) promosso e sponsorizzato dall'Ordine degli avvocati di Bergamo con il patrocinio del Comune di Bergamo e aperto ogni lunedì dalle 9 alle 12 nei locali dell'Ordine degli avvocati di Piazza Dante n. 2, all'interno del Palazzo della Procura di Bergamo. Un messaggio a “non stare mai in silenzio” rivolto a tutte le donne del territorio vittime di episodi di maltrattamenti, stalking e violenze più o meno gravi, compresi lo stupro, le molestie sessuali sul luogo di lavoro, maltrattamenti e comportamenti persecutori, presentandosi allo sportello (o chiamando il numero 366 30 55 356) per avere l’aiuto, gratuito, di due avvocati esperti in materia (uno civilista e uno penalista) pronti a offrire una consulenza giuridica di indirizzo a chiunque ne faccia richiesta, con la garanzia della massima riservatezza e dell’anonimato. Un servizio mirato a contrastare un fenomeno diffusissimo ma spessissimo “mascherato” dalla paura di denunciarlo, con poche donne “disposte” a chiedere aiuto. Una realtà presente anche a Bergamo dove negli ultimi quindici le donne che si sono rivolte allo sportello (rimasto sempre operativo, anche durante il lock down, grazie al numero telefonico) sono state 24 , di cui la maggior parte ha riferito di episodi di violenza fisica e/o psicologica e stalking di varia e diversa entità. Un numero che sale a quota 62 se si conteggiano le richieste di aiuto giunte dall’inizio del servizio (partito il 13 novembre 2017) con racconti di episodi di maltrattamenti, stalking e violenze più o meno gravi, compresi lo stupro, le molestie sessuali sul luogo di lavoro, maltrattamenti e comportamenti persecutori.Una “radiografia” di un fenomeno che, grazie alla convenzione stipulata nel mese di giugno 2019 tra l'Ordine degli Avvocati di Bergamo e la Procura della Repubblica, ogni donna può non essere più costretta a subite ma può affrontare, con il sostegno di avvocati oltre che di magistrati: quelli della Procura della Repubblica ai quali, qualora si dovesse presentare una persona offesa vittima di reato, ricorrendone i presupposti vagliati dagli avvocati, ogni vittima verrà indirizzata. Giurando di non stare mai più in silenzio di fronte all’’ufficiale di Polizia giudiziaria pronto a raccogliere la sua testimonianza…